Cortina, bufera sulla tangenziale. Per la Soprintendenza così non va Dario Nicoli NAZIONE CARLINO GIORNO
BELLUNO — Scoppia la bufera a Cortina all’indomani dell'approvazione del progetto della tangenziale anti-traffico da parte dell'amministrazione comunale. Non è bastato a placare gli animi lo stralcio della galleria Pie Rosa, in località Alverà dove si trova la maggior parte delle ville dei vip, non bastano le rassicurazioni del sindaco Giacomo Giacobbi. I Verdi sono sul piede di guerra e annunciano la presentazione di un'interpellanza urgente al ministro delle infrastrutture contro la costruzione dell'opera. «Serve un progetto più ampio che comprenda anche la realizzazione della ferrovia — protesta il presidente della Provincia di Belluno, Sergio Reo-lon — Occorre completare il piano strategico per la viabilità che abbiamo iniziato a studiare. Il ministro Lunardi ha inserito il progetto di Cortina nella Legge Obiettivo (la stessa che finanzia il Mose e il Ponte sullo stretto di Messina) parlando con 1’amministrazione comunale e basta. Con i soldi previsti per la tangenziale-galleria io ci sistemo tutta la viabilità del Ca-dore. La circonvallazione, per contro, incentiverà il transito dei Tir diretti dal nord verso la Romea e la Tangenziale di Mestre». «Il problema non è solo di Cortina, ma anche di San Vito, Borea, Pieve — conferma Marina Lecis, dottore in scienze forestali, che nell'estate scorsa ha scoperto casualmente l'esistenza del progetto e sollevato la questione, obbligando l'amministrazione comunale a dare ampio risalto a una vicenda che stava per passare sotto traccia — L'impatto ambientale dello svincolo sud è devastante. Si sa che il territorio è a rischio frana, ma manca lo studio geologico. L'inserimento di questo mostro va a rovinare irrimediabilmente un contesto rurale fatto di prati sfalciati, boschi e piccoli villaggi. Inoltre, il sistema non potrebbe funzionare senza i parcheggi esterni alla città. Realizzazione che richiederebbe altri enormi finanziamenti». Ed è una stroncatura senza appelli al progetto presentato dall'Anas anche quella della Soprintendenza per i beni architettonici. Nell'esprimere il parere di competenza sulla situazione vincolistica del territorio che sarebbe interessato dall'infrastnittura (11,5 km, l'80% dei quali in galleria), la Soprintendenza per Venezia, Belluno, Padova e Treviso sottolinea che «l'impatto paesaggistico della variante proposta risulta eccessivo e tale da comportare l'alterazione dei tratti caratteristici della località protetta». Elementi, rileva ancora la Soprintendenza veneta, «che sono la ragione stessa per la quale l'intero territorio comunale di Cortina d'Ampezzo è stato sottoposto a vincolo, ai sensi della normativa di tutela ambientale attualmente vigente». L'ufficio del Ministero per i beni culturali mette inoltre in guardia i proponenti del progetto dai rischi che l'opera avrebbe nei confronti di ecosistemi protetti, come il Lago di Noulù e il Lago Marzo, «biotopi tutelati dalla Regione del Veneto» e che sarebbero sfiorati per poche centinaia di metri da una delle tre gallerie (quella di Zuel). Proprio le quattro gallerie artificiali previste dal progetto di variante (la più lunga di 3,9 km.), sono tra gli elementi più criticati dalla Soprintendenza, soprattutto perché andrebbero ad attraversare terreni in cui esistono accumuli di frane attive. Conscia comunque che auto e Tir sono un problema che affligge da decenni la Regina delle Dolomiti, la Soprintendenza si dice favorevole «alla ricerca di una soluzione idonea», senza però «compromettere irrimediabilmente gli aspetti paesaggistici e ambientali della Conca Ampezzana».
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