Musei. E' giovane la «clientela» più assidua L.Car. Il Sole 24Ore, 29/11/2005
Nel 2005 previsti oltre 3 milioni di ingressi nel sistema museale territoriale Cambiano le modalità di fruizione Buoni risultati per teatro, danza, lirica
Oltre tre milioni di ingressi all'anno: è il traguardo raggiunto dai musei del Piemonte, gettonatissimi da turisti e cittadini. Sono state 2.260.192 le visite rilevate nel sistema museale metropolitano torinese e 939.362 quelle effettuate negli altri musei e beni culturali della regione nel 2004. Un alto livello di presenze quello raggiunto nei templi dell'arte subalpini (erano 2,2 milioni nel 1998), in particolare in quelli torinesi. Un livello che nel 2005, in base ai dati disponibili a oggi, parrebbe essersi stabilizzato rispetto all'anno precedente. A registrarlo è l'Osservatorio culturale del Piemonte, che pubblica da sette anni una relazione annuale. In particolare, nel sistema museale metropolitano torinese le visite sono state 1.515.652 da gennaio ad agosto di quest'anno e 1.565.999 nell'analogo periodo del 2004 (1.487.347 sono state invece quelle rilevate nel 2003 negli stessi mesi). Lo stesso Osservatorio sottolinea gli incrementi di visitatori di mostre e musei del territorio piemontese, avvenuti negli anni passati, in tendenza con quanto accaduto nell'intero Paese, ma in misura superiore agli andamenti nazionali. «Le dinamiche avviate da quasi un decennio nel sistema dei beni culturali procedono — commentano alla Fondazione Fitzcarraldo, che gestisce l'Osservatorio — e negli ultimi tre anni si è evidenziata un'ulteriore crescita dei visitatori nei musei». A Torino poi, coinvolta da tempo nel passaggio da città industriale a città alla ricerca di nuove vocazioni, anche come capitale del Barocco e dell'arte contemporanea, l'onda si è avvertita più forte che altrove in Italia. Tra il 1995 e il 2004 sono stati riaperti o creati 13 nuovi musei metropolitani e una ventina a livello regionale. Il pubblico ha risposto. «Una massa critica che comincia a essere percepita», rimarcano i ricercatori, secondo i quali meriterebbe attenzione anche il fenomeno dei visitatori di musei che vengono da fuori regione e sostano in città per una giornata. Un flusso — fanno notare — che sfugge alle statistiche sul turismo, ma che dovrebbe essere invece monitorato, stimabile in oltre un milione di persone. Nell'ambito dello spettacolo, del teatro, della danza, della musica e del cinema, le cose vanno diversamente. «Qui — rilevano sempre all'Osservatorio — l'offerta si muove più della domanda, che è piuttosto piatta, ma più vivace in provincia. Si tratta, infatti, di un settore esposto alla concorrenza da parte di nuove forme di consumo e di impiego del tempo libero». Da una elaborazione dei dati Siae (Società italiana autori ed editori), risulta che le rappresentazioni di spettacoli dal vivo in Piemonte sono passate dalle 8.584 del 2000 alle 12.042 nel 2003 (+40%), con una spesa complessiva sostenuta dal pubblico che è variata da 23,7 milioni a 26,2 di euro (+11%), con due milioni di biglietti venduti, dato rimasto pressoché stabile (+1,2%). In base agli ultimi dati resi disponibili dalla Siae nel 2004, in Piemonte sono stati 12.980 gli spettacoli di lirica, musica classica e leggera, teatro, danza, operetta, commedia e rivista musicale, per cui gli spettatori avrebbero speso in tutto oltre 27 milioni. Si consuma di più, dunque, ma, soprattutto fra i giovani, con modalità nuove, non tradizionali. Con l'eccezione dei festival, che vanno bene e «incrociano le esigenze del territorio». Sull'offerta, teatro e danza hanno in Piemonte un peso maggiore che altrove. L'ultima "Relazione sull'utilizzazione del Fondo unico per lo spettacolo" del ministero per le Attività culturali, evidenzia che nel 2004, rispetto al 2003, la spesa per abitante per le attività musicali (0,31 euro) è stabile; quella per la prosa (2,47 euro spesi, a fronte dei 3,18 dello scorso anno) e quella per la lirica (0,26 euro spesi) sono invece in flessione. Buone notizie per la danza, invece, per cui si spendono 0,50 euro pro capite, a fronte degli 0,47 dell'anno precendente, ben il 40% in più rispetto al 2000.
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