«Un ecomostro a Cortina» Rivolta contro la tangenziale Marisa Fumagalli Corriere della Sera, 28 novembre 2005
Contestato il progetto da 440 milioni. Oggi il voto del Comune
Turisti e cittadini in assemblea: così cambierà la valle
CORTINA D'AMPEZZO (Belluno) — Al capezzale di Cortina. Perché non muoia di traffico e di smog. Tutti vorrebbero salvarla; è il come a dividere gli abitanti della Regina delle Dolomiti. Discutono animatamente anche i villeggianti, famiglie aristocratiche e borghesi che da quel dì hanno casa nella conca ampezzana. «Ci vuole un piano ragionato per il traffico». «Ma una variante stradale serve, purché abbia il minimo impatto per l'ambiente». «E se ripristinassimo il trenino del tempo che fu?». Si è sentito di tutto, l'altra sera, sotto il tendone del Pala-Volkswagen (fuori la neve cadeva copiosa), tra il pubblico (circa 200 persone) invitato a discutere di «Valori ambientali-paesaggistici e viabilità a Cortina». Titolo generico che, tuttavia, sottintendeva il preciso obiettivo degli organizzatori: opporsi al progetto dell'Anas, cioè alla tangenziale che dovrebbe portar via Tir, camion, auto inquinanti, liberando il centro della città dalle micidiali polveri sottili. Si tratta, intendiamoci, di un progetto preliminare. Già criticato dalla Sovrintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici. E bersagliato dal presidente della Provincia di Belluno, Sergio Reolon, che non accetta l'idea di Cortina, bella e famosa, privilegiata nel sottrarsi a un più ampio piano di viabilità per tutta la valle del Boite. La Giunta, comunque, l'ha fatto proprio; e, nella seduta del Consiglio comunale, convocato per stasera, sarà approvato a larga maggioranza. «Diciamo sì—puntualiz-za il sindaco Giacomo Giacobbi—ma indicando alcune modifiche e chiedendo approfondimenti». Spiega al Corriere Paolo Franceschi, assessore alle Infrastrutture: «La tangenziale sarà davvero utile, se supportata da un sistema integrato di mobilità. Il fulcro? Un parcheggio scambiatore, allo sbocco della galleria di Meleres, dove fermare auto e pullman». «E' utile ribadire — aggiunge -— che la tangenziale sarà in gran parte interrata, quindi invisibile». Risultato? Pollice verso, da parte dei contestatori, sostenuti da ambientalisti, avvocati, e perfino dal Dipartimento di Urbanistica dello luav, Università di Venezia. Schieramento compatto sul palco, con Virginio Bettini (luav), Marco Stevanin, Maria Luisa Perissinotto (Studio Terra), Stefano Verocai (consigliere comunale di minoranza), Gian Luigi Cerati (Studio legale), Marina Lecis (battagliera corrispondente del Corriere delle Alpi); moderatore, Ennio Rossignoli. In platea, cittadini e villeggianti. Grandi assenti, l'Anas e gli amministratori. Sicché, il contraddit-torio va in fumo. Unica voce (pubblica) contro: «La variante è necessaria — salta su un signore — e le vostre paure per l'impatto della cantierizzazione non hanno senso. Quando ho rifatto il bagno di casa, ho dovuto portar via i detriti; così sarà per le gallerie da scavare». Mail «marziano» viene subito tacitato con numeri da incubo: un milione e 600 mila metri cubi di montagna da asportare, 160 mila e più mezzi pesanti, necessari per la movimentazione del materiale. In altre parole: 5/6 anni (il tempo per la costruzione) di traffico impossibile. Costo previsto dell'infrastruttura, 440 milioni di euro circa. Con accenti diversi, dunque, tutti i relatori bocciano, motivando le loro osservazioni, un progetto, che non rispetta l'ambiente, che non considera a fondo l'assetto idrogeologico dell'area. «Impattante, sovradimensio-nato, inutilmente faraonico», sì dice. Per dimostrarlo, vengono proiettate alcune foto che simulano l'effetto dell'opera già realizzata. Sotto accusa, in particolare, lo svincolo di cemento armato, che dovrebbe convogliare ì Tir nelle gallerie. «Ecomostro», sentenzia Virginio Bettini. «Vorrei saperne di più — confida Gemma Marzotto —. A senso, mi sembra che gli esperti abbiano ragione; credo che Cortina abbia bisogno di interventi più contenuti», Iaia Coin, altra villeggiante famosa, ribatte: «L'opera è di ampio respiro. Assolutamente indispensabile. Avanti, senza temere i contestatori».
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