Stupinigi, pagata la taglia. Per i mobili rubati a Stupinigi pagati 40mila euro Meo Ponte la Repubblica, 28 novembre 2005
La svolta nelle indagini per la refurtiva della Palazzina dopo un accordo segreto
All 'informatore versati i 40mila euro Gli investigatori non forniscono particolari sulla ricompensa finita al mediatore Il pm Arnaldi di Balme promette di continuare a indagare: "Troverò i responsabili"
QUARANTAMILA euro. Questa sarebbe la cifra pagata per riavere i «tesori» rubati dalla palazzina di Caccia di Stupinigi nel febbraio del 2004. Euro più, euro meno la somma versata all'informatore corrisponde alla «taglia» offerta subito dopo il furto dall'Associazione Amici dell'Ordine Mauriziano per qualsiasi notizia utile sulle scrivanie intarsiate dal Piffetti e sugli altri mobili razziati. A pagare però non è stata l'associazione. «Su questo argomento è meglio non scendere in particolari troppo dettagliati -spiegano gli investigatori - II fatto più importante è aver recuperato intatti capolavori di valore inestimabile...». Tre mesi di trattative dopo il primo contatto, nel settembre, sono poi sfociati nella telefonata di venerdì sera: «Andate a Villastellone, cascina Broglietta, la roba è lì, è in buono stato». Poco dopo carabinieri e polizia erano di fronte al bottino razziato nella notte del febbraio 2004. Le indagini però continuano: gli investigatori hanno un'idea precisa, sanno che il furto alla palazzina di Caccia è stato messo a segno da professionisti. Il procuratore aggiunto Francesco Saluzzo d'altronde lo ha promesso durante la conferenza stampa in cui veniva data notizia del ritrovamento degli arredi di Casa Savoia: «Questo recupero non ci fermerà, continueremo ad indagare sino a quando non troveremo i responsabili del furto». Il sostituto procuratore Enrico Arnaldi Di Bal-me, il magistrato che ha coordinato l'inchiesta, infatti ha già ripreso il lavoro potendo contare su una straordinaria collaborazione tra polizia e carabinieri. Il recupero dei tesori di Stupinigi è infatti il frutto di un sorprendente coordinamento tra le due diverse forze, arrivate entrambe allo stesso informatore per vie diverse. Gli arredi sono stati riportati a Stupinigi già sabato mattina e si è posto immediatamente il problema della loro sicurezza. «Il custode questa volta lo abbiamo scelto noi» ha ironizzato il procuratore capo Marcello Maddalena. Ora infatti all'ingresso del museo nella Palazzina di Caccia ci sono vigilantes armati. E il responsabile della sicurezza dell'Ordine Mauriziano, l'ingegner Francesco Rabino, sta pensando all'installazione di un nuovo sistema antifurto, più moderno e soprattutto più efficace. Anche se la notte della razzia l'allarme suonò. Tre volte addirittura. Ma fu staccato perché si credette ad un contatto elettrico. Una decisione che ancor oggi suscita perplessità negli investigatori.
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