DEMANIO /Le reazioni ai dati del censimento : «Un'occasione per i privati» ENRICO BRONZO STEFANO ELLI 25/11/2005 Il Sole 24 Ore
Un volano importante sia per il mercato che per le riqualificazioni urbane
Gli immobiliaristi guardano con interesse all'annunciata vendita del patrimonio pubblico. Per Davide Albertini Petroni, direttore sviluppo immobiliare di Risanamento Spa — che sta realizzando Milano Santa Giulia — «considerando che il patrimonio pubblico è stimato in circa 150 miliardi tra Stato ed enti locali, la sua valorizzazione non può che essere una notizia positiva per il Sistema Italia, un'ottima occasione per gli operatori del settore e un volano per il mercato. Inoltre il processo di valorizzazione da parte del pubblico è una chance per poter sviluppare nuovi strumenti urbanistico-amministrativi che possano poi diventare strumenti ordinati anche per le valorizzazioni dei privati, con un'attenzione: che non diventi un processo riservato a pochi». Anche Carlo Puri Negri, a.d. di Pirelli Re, esprime attenzione «al patrimonio pubblico che è stato venduto e valorizzato solo in minima parte. Con un 15% circa del valore catastale complessivo del patrimonio pubblico, che equivale a 300mila alloggi, si può mettere in moto un'industria. Bisogna trovare delle modalità di collaborazione tra pubblico e privato nuove, che non siano solo le dismissioni attraverso aste, soprattutto se pensiamo a patrimoni complessi che richiedono un lavoro di gestione e valorizzazione». Positivo anche il giudizio di Fabrizio Bonelli, responsabile real estate di Banca Intesa, che non teme un eccessivo afflusso di beni sul mercato: «Va sottolineata la grande liquidità in cerca di un approdo, anche da parte di investitori istituzionali internazionali, che scalpitano per trovare nuove opportunità di acquisto in Italia. Dopo le fasi degli spin off e delle grandi cartolarizzazioni, è forse giunto il momento della riqualificazione e di un' adeguata valorizzazione di un patrimonio straordinario». E di valorizzazione parla anche Manfredi Catella, ad della società statunitense Hines: «È certo che, per decenni, il patrimonio pubblico è stato gestito in modo statico senza alcuna attenzione alla sua valorizzazione. Ecco perché ciò che è stato fatto dal Demanio è tanto importante: da il senso preciso di una svolta, di un cambiamento di direzione per l'intero comparto». Anche di questo si è parlato ieri al Terzo italian real estate summit di Milano organizzato dal. Sole-24 Ore, che ha visto al centro del dibattito le prospettive per il settore dei fondi immobiliari, in continua evoluzione, e le riqualificazioni urbane. «I prodotti del futuro — ha detto Gerardo Solaro del Borgo, fino a fine anno direttore generale di Deutsche bank, esprimendo una posizione sostanzialmente condivisa dai relatori della tavola rotonda (Investire immobiliare, Fimit, Bnl fondi immobiliari, Pirelli RE e Sorgente) — non saranno rivolti tanto ai sottoscrittori privati, quanto agli operatori istituzionali perché sanno guardare alle prospettive di lungo periodo dell'investimento, e non solo alla cedola, consentendo ai gestori del fondo di operare con più tranquillità». Così come in tanti hanno chiesto più regole per disciplinare il settore e hanno espresso l'auspicio che i fondi pensione, in particolare delle casse previdenziali, possano investire nel settore magari puntando proprio sugli investimenti residenziali, attualmente penalizzati nei rendimenti dall'assenza di Iva sui canoni di locazione.
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