PATRIMONIO ITALIA - LA MAPPA DELLA PROPRIETÀ PUBBLICA Giorgio Santilli 24-11-2005 IL SOLE 24 ORE
- L'Agenzia guidata da Elisabetta Spitz completa la prima fotografia complessiva Nel Lazio il record di beni dello Stato Il censimento del Demanio: Umbria e Toscana scrigno del patrimonio artistico - È in Sicilia la maggiore quota di cubature A Milano più edifici per ministeri che per privati In Veneto, Piemonte e Lombardia più terreni
ROMA - Oltre 25mila beni fra palazzi e terreni, fari o abbbazie. Più di duemila sono localizzati nel Lazio; seguono Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Toscana, con un numero di beni compreso fra 1.500 e duemila. Una terza fascia comprende le Regioni che ospitano fra mille e 1.500 immobili statali: ne fanno parte Piemonte, Liguria, Campania, Sicilia, Basilicata e Puglia. È il primo risultato del censimento del patrimonio dello Stato svolto dall'agenzia del Demanio. La ripartizione regionale cambia se si tiene conto delle cubature e dei metri quadrati. La quota maggiore degli edifici è localizzata in Sicilia e in Toscana: entrambe le Regioni ospitano sul loro territorio il 12% del totale nazionale delle cubature di proprietà dello Stato. Al Veneto, al Piemonte e alla Lombardia spettano invece le quote maggiori dei terreni, pari rispettivamente al 17,26%, al 15,23% e al 10,21% dei metri quadrati di proprietà statale. La prima fotografia del demanio statale - che oggi sarà presentata in anteprima a Roma dal direttore dell'agenzia, Elisabetta Spitz - è articolata in patrimonio disponibile (61,37%), demanio storico-artistico (12,72%) e patrimonio destinato agli usi governativi (25,91%). La ricognizione a tutto campo, mai svolta precedentemente dallo Stato in modo sistematico, dovrebbe consentire all'agenzia del Demanio una più efficiente gestione del patrimonio statale. Nella mappa regionale spicca la concentrazione di beni storico-artistici nel centro-sud: in testa l'Umbria, con una quota di Dsa (e di beni vincolati) pari al 37,99% del totale dei beni localizzati in Regione; seguono la Toscana con il 22,71% e la Campania con il 21,55 per cento. Di segno contrario il dato della Val d'Aosta, dove non ci sono immobili statali di pregio storico-artistico. Quasi esclusivamente destinati a ospitare ministeri e uffici governativi sono invece gli immobili localizzati in due Regioni a statuto speciale: la Valle d'Aosta, dove gli usi governativi raggiungono il picco del 77,08%, e il Trentino Alto Adige, con una quota del 76,1 per cento. Alla Basilicata e al Molise il primato delle maggiori quote di patrimonio disponibile sul totale: rispettivamente il 91,42% e il 90,52 per cento. Le proprietà statali sono distribuite prevalentemente nei capoluoghi di Regione: nelle venti "capitali" si trovano infatti il 71,13% dei beni edificati e il 63,05% delle aree. In queste città non mancano alcuni dati sorprendenti sulla ripartizione di questo patrimonio, per esempio in termini di utilizzatori: a Roma, dove sono localizzati il 66,3% degli edifici e il 31,1% dei terreni situati nella Regione Lazio, i ministeri occupano soltanto il 20% dei beni contro il 65% assegnato ai privati, mentre a Milano i ministeri occupano il 28,6% dei beni e ai privati va solo il 29,9 per cento. Il materiale esaminato - che manca ancora di alcune rilevazioni in Puglia - comprende circa 17.500 schede "ereditate" nel corso degli anni, dall'Unità d'Italia a oggi. Sono stati aggiornati i dati relativi alle caretteristiche degli immobili e al loro uso. In ogni modulo vengono censiti uno o più immobili con casi estremi, come quello del comune di Praia a Mare (Cs), in cui tutto il patrimonio è compreso in un unico documento. Nel censimento sono stati compresi i beni in gestione all'agenzia del Demanio, mentre sono esclusi dalla rilevazione i demani marittimo, aeroportuale e militare, gestiti da altri enti. L'agenzia del Demanio, per altro, ha già annunciato di volersi candidare a prendere in carico anche il sistema informativo del demanio marittimo, quando, in primavera, arriverà a scadenza il contratto della Cogi. Si tratta, in sostanza, dei cinquemila chilometri di coste italiane. Dal censimento che viene presentato oggi sono anche esclusi gli scampoli di edilizia residenziale pubblica di cui l'agenzia del Demanio ha la titolarità, ma che sta trasmettendo ai Comuni. GIORGIO SANTILLI
La rilevazione. L'Agenzia del demanio ha realizzato il primo censimento puntuale dei beni edificati e non edificati del patrimonio dello Stato (disponibili, a uso governativo e storico-artistici). La mappatura riguarda le sole amministrazioni centrali (escluse quelle locali e, quindi anche l'edilizia residenziale pubblica). Oltre 25mila beni censiti e 17mila schede. Lo scopo: gestire meglio il patrimonio immobiliare statale. La fotografia del demanio è articolata in patrimonio disponibile (61%), demanio storico-artistico (13%) e patrimonio per usi governativi (26%). «Quale patrimonio immobiliare per uno Stato moderno?». Il direttore dell'agenzia, Elisabetta Spitz, aprirà oggi a Roma alle 15.30 (in vicolo Valdina) la tavola rotonda cui parteciperà anche il direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli, il direttore generale di Confindustria Maurizio Beretta, il presidente Anci Leonardo Domenici, il direttore generale di Mediobanca Alberto Nagel e il direttore del Sole-24 Ore Ferruccio de Bortoli. Nell'occasione sarà presentato anche il libro «Il patrimonio immobiliare pubblico, nuovi orizzonti. Il ruolo dell'Agenzia del Demanio», edito da ministero dell'Economia e Sole-24 Ore.
CENSIMENTO In 17mila schede la carta d'identità di case e terreni: dimensioni, uso, manutenzione, età Tre anni di lavoro per oltre 1.400 tecnici rilevatori suddivisi in sei lotti. Un risultato di oltre 17mila schede che censiscono dimensioni, tipologia, locazione, georeferenza, stato di conservazione, destinazione d'uso di tutti i beni del Demanio.
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