BARI: Petruzzelli, soldi insufficienti "il ministero fa propaganda" LELLO PARISE La Repubblica, Bari, 24/11/2005
La denuncia dell'assessore regionale alla Cultura: i 20,8 milioni di euro per il Politeama non bastano
NESSUNO da ancora il via alla gara d'appalto per la ricostruzione del teatro Petruzzelli, ma con i tempi che corrono l'assessore regionale al Mediterraneo Silvia Godelli agita uno spettro poco rassicurante: «I soldi non bastano». È la classica doccia fredda, all'indomani della nomina di Giandomenico Vaccari nei panni di sovrintendente della Fondazione lirico-sinfonica. Ci sono, sia pure solo sulla carta, qualcosa come venti milioni di euro per la rinascita del Politeama andato a fuoco ormai quasi quindici anni fa. Però la Godelli, tanto pignola quanto senza peli sulla lingua, non nasconde ase stessa e tanto meno alla platea barese, che «la stima dei costi risale a quattro anni fa, quando già mancava all'appello una cifra significativa, quattro milioni, per gli arredi». Quanto al progetto sponsorizzato dal ministero dei Beni culturali e che per forza di cose continua a rimanere chiuso in un cassetto della Sovrintendenza, l'assessore non ha illusioni da sbandierare: «Dico e ripeto che dobbiamo sapere se è completo e soprattutto, efficace. Se cioè una volta realizzato, consentirà al Petruzzelli di essere competitivo, come nel passato, rispetto alla Scala o alla Fenice. Sì, perché purtroppo non basta esclusivamente essere belli o bravi per tenere in piedi un teatro. Occorrono piuttosto produzioni lirico-sinfoniche-teatrali degne di questo nome». Dopo avere innescato la miccia, la Godelli avverte: «Questo è un tema tecnico, non politico». Ma subito dopo, non rinuncia ad impugnare il fioretto della polemica: «II sottosegretario Bono vuole imporlo, quel progetto, così com'è. Per quanto mi riguarda, non so neppure se Bono abbia mai ascoltato un'opera lirica in vita sua». Mai e poi mai dalle labbra sottilmente maliziose dell'assessore salterebbe fuori un'accusa di incompetenza nei riguardi di un "ambasciatore" del ministro Buttiglione. Male frulla con insistenza nella testa il sospetto che Bono & C. vogliano recitare il ruolo degli scaltri uomini di governo. «Per gridare al mondo intero, prima che la legislatura finisca: "La Casa delle libertà è stata in grado di appaltare quest'opera". La sottoscritta, però, non consentirà a chicchessia di varare un appalto condannato inevitabilmente ad essere bloccato perché il denaro non è sufficiente o ad essere addirittura fasullo». Il guaio è che sui quattrini, come sul domani, non c'è certezza. E' sicura, la Godelli, che «dovrà essere lo Stato a farsi carico delle maggiori spese». Certo, la Regione non si tirerà indietro, «ma potremo intervenire per una quota che non sarà astronomica». Intanto «tra la fine di dicembre e gli inizi di gennaio 2006» al consiglio di amministrazione della fondazione Petruzzelli dovrebbe essere consegnato il dossier dei due esperti di rango, Cova e Reinhold, incaricati dallo stesso di fare le pulci al chiacchierato progetto con particolare riguardo all'acustica e alla macchina scenica. I "temi tecnici" che agita la Godelli, rammentate? Soltanto nell'anno che verrà sarà quindi possibile avere «le idee chiare». La contesa si divide fra due scuole di pensiero, chiamiamole così: da una parte c'è chi vorrebbe installare il mo- tore di una Cinquecento sul telaio di una Ferrari e fare sì che comunque la sedicente fuorise-rie-Petruzzelli si metta in moto, ancorché non sarà destinata presumibilmente a vincere nemmeno un Gran Premio dello Spettacolo; dall'altra si schierano quelli che, come la Godelli, non vogliono fare scendere in pistaun catorcio e basta. «Le cose vanno per le lunghe unicamente se non si è seri. Ed io non ho la benché minima intenzione di prendere in giro la gente».
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