Tre a giudizio per il villaggio abusivo MAURO LISSIA La Nuova Sardegna, 24 novembre 2005
In tribunale il capo dell'area tecnica di Sant'Anna Arresi con i due costruttori. Ammesse al processo le associazioni degli ecologisti: chiederanno i danni. .
CAGLIARI. Nessun condono: i tre indagati per il presunto villaggio abusivo costruito al centro della laguna di Porto Pino dovranno rispondere in tribunale di tutte le accuse avanzate dal pubblico ministero Daniele Caria. Il gup Ermengarda Ferrarese ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio e ha fissato la data della prima udienza, davanti ai giudici della prima sezione: è il 20 febbraio. Cinque giorni prima si farà un indispensabile passaggio in camera di consiglio. Il gup dovrà verificare l'oblazione - col pagamento di una somma - del reato minore, la violazione del codice della navigazione. Se la cifra risulterà versata il reato sarà estinto. Ma resteranno in piedi le altre imputazioni: l'amministratore delegato della 'Isolotto Immobiliare srl' Francesco Monti e il direttore dei lavori Fulvio Pilloni sono accusati di concorso in violazione delle norme ambientali per l'assenza dell'autorizzazione dell'ufficio tutela del paesaggio. Poi il dirigente dell'area tecnica comunale di Sant'Anna Arresi, Massimino Paolo Granella, che deve rispondere di abuso d'ufficio. Il suo difensore, l'avvocato Guido Manca Bitti, ha sostenuto l'assenza del dolo nel comportamento di Granella, che avrebbe concesso l'autorizzazione di sua competenza convinto che le opere in costruzione fossero regolari. L'impegno del legale non è bastato a salvarlo dal processo pubblico. Il giudice per l'udienza preliminare ha sciolto anche le riserve sul diritto a costituirsi parte civile delle due associazioni ecologiste - Gruppo di Intervento giuridico e Amici della Terra - che l'avevano chiesto, con l'assistenza dell'avvocato Carmela Fraccalvieri: l'istanza è accolta, quindi gli ambientalisti - seguendo una prassi che si va affermando in campo nazionale - potranno partecipare al dibattimento e chiedere il risarcimento dei danni agli imputati, se saranno giudicati colpevoli. L'indagine della Forestale era partita ai primi di giugno dell'anno scorso, quando le due associazioni guidata da Stefano Deliperi e Bruno Caria hanno presentato un esposto segnalando la costruzione di 45 unità immobiliari e di nove strutture commerciali nell'isoletta di Corrumanciu, esattamente al centro dello stagno di Porto Pino. Quell'area pregiatissima appartiene al Demanio ed è collegata al mare, quindi - secondo l'accusa - risulta pienamente protetta dal vincolo paesaggistico. A stabilirne l'inedificabilità è stato il servizio regionale tutela paesaggio, che alla richiesta di chiarimenti inviata dalle due associazioni ecologiste ha risposto senza possibilità di equivoci: nessuna autorizzazione concessa alla società 'L'isolotto', proprietaria del villaggio. Un diniego firmato dall'ex direttore dell'ufficio, quel Lucio Pani finito poi in carcere con l'accusa di corruzione legata proprio a concessioni edilizie facili. In questo caso però il 'sì' della Regione non è partito: attorno a Corrumanciu d'altronde si muovevano già con grande curiosità gli uomini del Corpo Forestale, l'indagine era già in corso. Il 25 ottobre 2004 il complesso turistico era stato messo sotto sequestro penale dalla Forestale su disposizione del pm Caria. Ed è da quel momento che si è aperto il confronto con la difesa, centrato in particolare su un punto: le case si trovano a ridosso della laguna, ma la laguna è collegata al mare? E' un dettaglio fondamentale, perchè se non lo fosse le costruzioni potrebbero essere regolari. La Forestale però, mappe alla mano, sostiene il contrario, quindi - se questa è la situazione reale - è come se il complesso edilizio fosse stato realizzato quasi sulla spiaggia. Il che escluderebbe in partenza qualsiasi possibilità di sanatoria.
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