Petruzzelli, soldi insufficienti "II ministero fa propaganda" LELLO PARISE Repubblica Bari 24-NOV-2005
Appiccano il fuoco al teatro Petruzzelli la notte del 27 ottobre di quattordici anni fa
L'INAUGURAZIONE Riportano alla luce il foyer del Petruzzelli le cui rifiniture saranno completate entro il 2005
IL TERMINE I due tecnici della Fondazione esprimeranno un parere sul progetto di ricostruzione La denuncia dell'assessore regionale alla Cultura: i 20,8 milioni di euro per il Politeama non bastano
L'accusa di Silvia Godelli: "Ricostruzione a rischio" "L'obiettivo di Bonoe della Casa delle Libertà è appaltare prima delle elezioni" "I lavori potrebbero fermarsi ametà, la stima dei costi è di 4 anni fa"
NESSUNO da ancora il via alla gara d'appalto per la ricostruzione del teatro Petruzzelli ma con i tempi che corrono l'assessore regionale al Mediterraneo Silvia Godelli agita une spettro poco rassicurante: «I soldi non bastano». È la classica doccia fredda, all'indomani della nomina di Giandomenico Vaccari nei panni di sovrintendente della Fondazione lirico-sinfonica. Ci sono, sia pure solo sulla carta, qualcosa come venti milioni di euro per la rinascita del Politeama andato a fuoco ormai quasi quindici anni fa. Però la Godelli, tanto pignola quanto senza peli sulla lingua, non nasconde a se stessè e tanto meno alla platea barese che «la stima dei costi risale a quattro anni fa, quando già mancava all'appello una cifre significativa, quattro milioni per gli arredi». Quanto al progetto sponsorizzato dal ministero dei Beni culturali e che pei forza di cose continua a rimanere chiuso in un cassetto della Sovrintendenza, l'assessore non ha illusioni da sbandierare: «Dico e ripeto che dobbiamo sapere se è completo e soprattutto efficace. Se cioè una volta realizzato, consentirà al Petruzzelli di essere competitivo, come ne passato, rispetto alla Scala o alle Fenice. Sì, perché purtroppo non basta esclusivamente essere belli o bravi per tenere in piedi un teatro. Occorrono piuttosto produzioni lirico-sinfoniche-teatrali degne di questo nome». Dopo avere innescato la miccia, la Godelli avverte: «Questo è un tema tecnico, non politico» Ma subito dopo, non rinuncia ad impugnare il fioretto delle polemica: «Il sottosegretario Bono vuole imporlo, quel progetto, così com'è. Per quanto mi riguarda, non so neppure se Bono abbia mai ascoltato un'opera lirica in vita sua». Mai e poi mai dalle labbra sottilmente maliziose dell'assessore salterebbe fuori un'accusa di incompetenza nei riguardi di un "ambasciatore" del ministro Buttiglione. Ma le frulla con insistenza nella testa il sospetto che Bono & C. vogliano recitare il mole degli scaltri uomini di governo «Per gridare al mondo intero prima che la legislatura finisca "La Casa delle libertà è stata ir grado di appaltare quest'opera". La sottoscritta, però, non consentirà a chicchessia di varare un appalto condannate inevitabilmente ad essere bloccato perché il denaro non è sufficiente o ad essere addirittura fasullo». Il guaio è che sui quattrini, come sul domani, non c'è certezza. E' sicura, la Godelli, che «dovrà essere lo Stato a farsi carice delle maggiori spese». Certo, le Regione non si tirerà indietro «ma potremo intervenire pel una quota che non sarà astronomica». Intanto «tra la fine di dicembre e gli inizi di gennaic 2006» al consiglio di amministrazione della fondazione Petruzzelli dovrebbe essere consegnato il dossier dei due esperti di rango, Cova e Reinhold, incaricati dallo stesso cda di fare le pulci al chiacchierato progetto con particolare riguardo all'acustica e alla macchina scenica. I "temi tecnici" che agita la Godelli, rammentate? Soltanto nell'anno che verrà sarà quindi possibile avere «le idee chiare». La contesa si divide fra due scuole di pensiero, chiamiamole così: da una parte c'è chi vorrebbe installare il motore di una Cinquecento sul telaio di una Ferrari e fare sì che comunque la sedicente fuoriserie-Petruzzelli si metta in moto, ancorché non sarà destinata presumibilmente a vincere nemmeno un Gran Premio dello Spettacolo; dall'altra si schierano quelli che, come la Godelli, non vogliono fare scendere in pista un catorcio e basta. «Le cose vanno per le lunghe unicamente se non si è seri. Ed io non ho la benché minima intenzione di prendere in giro la gente».
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