Galleristi in rivolta contro il Madre. Lettera a Bassolino: siamo scavalcati nel momento delle scelte Pasquale Esposito IL MATTINO, 23-NOV-2005
La polemica sul prestito delle opere. La replica di Cicelyn: spero non si arrivi al rifiuto
È ORMAI polemica aperta tra i galleristi napoletani e la Fondazione Madre, di cui è direttore Eduardo Cicelyn. Motivo del contendere, il prestito delle opere al museo di arte contemporanea. In un documento, che sarà inviato al governatore Antonio Bassolino, i galleristi lamentano una gestione eccessivamente personalistica della nuova struttura, che dal 10 dicembre si arricchirà di altri spazi espositivi al secondo piano di palazzo Donnaregina. La replica di Cicelyn: «Apprezzo molto il loro lavoro. Ma se uno non vuole prestare le opere, mi rivolgerò ad altri. E non si dica che non voglio coinvolgere i galleristi napoletani».
Al Pan si lavora per allestire la mostra «Napoli presente - Posizioni e prospettive dell'arte contemporanea» a cura di Lórànd Hegyi, che sarà inaugurata sabato alle 17,30. Nella foto (di Fabio Sardella. Sud Foto) l'arrivo a Palazzo Roccella del grande pannello, opera di Piero Golia.
Artmedia, la nona edizione del convegno internazionale di estetica dei media e della comunicazione, parte questa mattina all'Università di Salerno con la giornata di studi dedicata alla figura e all'opera di Emilio Villa e proseguirà con mostre al Pan e alla Fondazione Morrà.
«Manifesto» degli artisti che hanno partecipato a Castelnuovo agli «Stati generali dell'arte»: Stefanucci, Di Fiore, Panaro. Matarese, Scateni chiedono all'assessore comunale alla Cultura di potersi riunire al Pan «per mettere a punto una nuova organizzazione del sistema artistico».
Gli operatori rivendicano un reale coinvolgimento nelle strategie: «Vogliamo partecipare allo sviluppo»
GALLERISTI, continua la tregua armata tra le parti in conflitto (il Madre, e la gestione complessiva dell'arte contemporanea): si cerca, con responsabilità, un'intesa, ma il fuoco della polemica è ben vivo, anche dopo la riunione dell'altro ieri sera dell'associazione dei galleristi, il cui obiettivo - tra tensioni e distinguo - è comunque quello di puntare all'armonia. E cercando l'armonia (perduta, ma da riconquistare) i galleristi napoletani sono al lavoro dopo essersi riuniti l'altra sera per stilare un documento, forse una lettera a Bassolino, dal quale - come è stato scritto ieri - sono stati ricevuti l'altro lunedì: «Ci stiamo pensando, e il documento - dice Carlo Santamaria, portavoce dell'associazione dei galleristi - sarà pronto tra un paio di giorni perché, dopo la discussione che abbiamo avuto, vogliamo soppesare le parole. La questione del nostro rapporto con le istituzioni è di estrema delicatezza, siamo in una fase di dibattito, ed è giusto non dare impressioni sbagliate. I galleristi napoletani hanno tutta la volontà di essere costruttivi, vogliamo alzare il livello culturale di un problema serio che riguarda la gestione della cultura. La cultura per noi è la molla dello sviluppo, e noi pensiamo che sia giusto puntare a uno sviluppo armonioso». L'armonia, appunto, in luogo della conflittualità che ha contraddistinto il rapporto fra le gallerie napoletane - non coinvolte nelle strategie, nelle scelte, come sostengono anche gli artisti - e le istituzioni: probabilmente ci vuole qualche giorno anche per smussare posizioni discordanti tra chi ritiene opportuno favorire un diverso clima, dopo l'«apertura» di Bassolino («Siamo interessati a che prestiate vostre opere al Madre») e chi pensa che questa assicurazione non assicuri un bel niente. Parole, insomma, non fatti. I malumori ci sono ancora, dunque, ma l'orientamento prevalente («Dobbiamo inviare una lettera al presidente della Regione per mettere in chiaro il rapporto che c'è in città» lascia trapelare uno dei partecipanti alla riunione) pare sia quello di superare le differenze e cercare di partecipare attivamente alle strategie dell'arte contemporanea in città, nel rispetto dei ruoli, ma senza più essere scavalcati nelle scelte. Falchi (c'è addirittura chi vorrebbe chiedere, senza mezzi termini, la testa di Eduardo Cicelyn, direttore della Fondazione Madre, individuato come principale responsabile del deterioramento dei rapporti tra le parti) e colombe, se è lecito usare questi termini. Un altro motivo di malumore è il fatto che il Madre abbia chiesto la disponibilità di prestare opere solo ad alcuni galleristi (Lia Rumma, Trisorio, Artiaco, Morrà) e questo divide il fronte, e non agevola il percorso di ricerca dell'armonia, che invece si vorrebbe praticare. «Io penso che non bisogna buttare ogni cosa in rissa - afferma Alfonso Artiaco - C'è da dire però che a pochi giorni dall'inaugurazione di fatto del museo di Palazzo Donnaregina (il 10 dicembre si apre il secondo piano) mi sembra complicato recuperare un rapporto con i galleristi. Diciamo che c'è stata una distrazione sul nostro ruolo e che adesso si sta cercando di sanare la situazione. Dispiace che tutto questo movimento, l'apertura del Madre e quant'altro si forma in città sul piano dell'arte contemporanea, non sia stato accompagnato da una partecipazione e da un coinvolgimento più attivo delle nostre competenze».
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