Valorizzare il bello non è un optional, è un dovere Michela Ravalico Finanza Mercati, 19 novembre 2005
DIFESA DEL PATRIMONIO ARTISTICO LE IMPRESE CHIAMATE A RACCOLTA DAL FAI
Giulia Maria Crespi, presidente del Fondo per l'ambiente italiano, chiede aiuto alle aziende: «L'arte non è solo benessere spirituale è anche una virtuosa leva che serve al rilancio dell'economia»
Giulia Maria Mozzoni Crespi, fondatrice storica del Fai, ha riunito ieri nella sua splendida dimora milanese tutti i giornalisti delle principali testate economi-che finanziarie per lanciare un appello forte e sentito al mondo delle imprese italiano. «Abbiamo bisogno di finanze per mandare avanti il nostro lavoro - ha spiegato la presidente del Fondo per l'ambiente italiano - Questo momento di grande crisi offre al Paese la possibilità di ripensare dove investire risorse e energie. L'ambiente, il paesaggio, l'arte e la cultura, al di là del loro valore etico e spirituale, sono ima grande occasione di crescita economica per tutti». Prima di lasciare la parola all'amministratore delegato culturale del Fai Marco Magnifico, che ha illustrato i risultati della imponente ristrutturazione della villa Gregoriana di Tivoli, la presidente Crespi ha voluto precisare anche un'altra grande virtù degli investimenti nella cultura: «Investire capitali nel rilancio di un monumento non è un'attività a perdere, questo deve essere chiaro a tutti. Attorno a una villa restaurata o a un parco bonificato si crea un microindotto che può fare da leva per la ripresa economica anche di regioni o province dimenticate e in difficoltà». Due gli esempi portati per chiarire le parole della signora Crespi, n via libera al progetto di restauro di un mulino seicentesco nella alta Val Brembana e la riapertura della villa Gregoriana di Tivoli, che dopo anni di incuria è stata riconsegnata agli abitanti della cittadina laziale e ai turisti in tutta la sua ottocentesca bellezza. Per trasmettere l'importanza di questo appello, il Fai si è messo a nudo e per la prima volta ha mostrato il bilancio annuale di gestione. Un'operazione trasparenza che esprime la volontà ferrea dei suoi dirigenti di mettersi in gioco e di chiedere altrettanto impegno a chi vorrà buttarsi in questa avventura per la valorizzazione del bello. Il bilancio al 31 dicembre 2004 è stato chiuso con un avanzo di esercizio di 29.977 euro. Un dato positivo che però non deve trarre in inganno, n Fai, come fondazione senza scopo di lucro, è molto attenta nella gestione delle risorse ed evita di bruciarsi con operazioni rischiose quel fondo di cassa che ha con fatica accumulato negli anni. Per avere le spalle sempre coperte, insomma, preferisce non fare, piuttosto che fare troppo. La chiusura in attivo, dunque, è ancora di più un segnale di bisogno di finanziamenti. Uno dei programmi lanciati dal Fai per allargare il ventaglio dei sottoscrittori è Corporate Golden Donors. Un programma ad hoc per piccole e medie imprese che possono associarsi al Fai versando 2.800 euro all'anno (completamente deducibili). Tramite il Corporate Golden Donors, e la campagna porta a porta in tutte le provice d'Italia (il Fai vanta ólmila iscritti e conta di arrivare a lOOmila entro la fine del 2007), la fondazione conta di raccogliere, tra il 2005 e il 2007, venti milioni di euro. Questi denari saranno utilizzati per iniziare (o portare a termine) gli interventi per palazzo e torre Campateli! a San Gimignano (Siena), villa dei Vescovi a Luvignano (Padova), casa Necchi Campiglio a Milano, il mulino di Baresi (Bergamo) e le batterie Tahnone a Palau (Sassari). Un ultimo desiderio? Più che un desiderio, una speranza. Che in futuro non sia più il Fai a bussare alle porte di banche, aziende e società (porte tante volte sbarrate o sbattute in faccia) per fare la questua, ma che siano le stesse imprese a rivolgersi al Fai per promuovere e finanziarie attività cultura1 i. Solo allora sarà evidente che la cultura avrà vinto. Un vantaggio per tutti, anche per i portafogli.
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