Nasce l'archivio nazionale del film industriale Franco Montini la Repubblica affari e finanza, 21 novembre 2005
Quando sarà completato, raccoglierà in uno stabilimento Olivetti di Ivrea ben 50mila produzioni, molte delle quali di imprevista qualità e firmate da registi di prestigio come Ermanno Olmi, Dino Risi e Bernardo Bertolucci
Dalle immagini di Milano inizio secolo, raccontata in un film muto ancora in nitrato, prodotto dalla Azienda Elettrica Milanese, fino ad "Elegia russa", un film diretto di Nikita Michalkov pel la Fiat, il cinema industriale è ora raccolto in un'apposita cineteca specializzata. E' l'Archivio Nazionale dèi Cinema d'Impresa, sorto ad Ivrea con il supporto della Regione Piemonte e della Olivetti, oggi Telecom, che ha messo a disposizione la sede, ovvero tre edifici, che erano nati come la scuola materna voluta da Adriano Olivetti e realizzata su progetto dell'architetto Mario Ridolfi. Il primo dei suddetti edifici è già stato ristrutturato e in appositi cellari, a temperatura ed umidità costante, sono raccolte circa 50 mila bobine di film. Quando la ristrutturazione sarà completata, l'Archivio potrà ospitare fino 50mila bobine. "L'idea di una struttura specializzata dedicata al cinema industriale- spiega Sergio Toffetti, direttore della Cineteca Nazionale e responsabile dell'Archivio di Ivrea- è nata dalla constatazione che il materiale di questo tipo, depositato presso la Cineteca Nazionale, rischiava di essere accantonato perché c'erano regolarmente delle priorità da dedicare al cinema di finzione e ai capolavori della storia del cinema. Dando vita ad una struttura autonoma, i 1 cinema d'impresa potrà essere conservato al meglio, studiato e restaurato". Fra i film dell'Archivio Nazionale del Cinema d'Impresa, non mancano titoli firmati da grandi registi : Ermanno Olmi iniziò a lavorare proprio in questo settore, ma anche registi insospettabili come Dino Risi, che realizzò un paio di docu-mentari per la Edison, Alessandro Blasetti, Bernardo Bertolucci si sono cimentati con il cinema industriale. "Tuttavia- fa notare Toffetti- al di là delle firme illustri, il materiale raccolto è assai utile per ricostruire la storia economica e sociale del nostro paese, che difficilmente si può evidenziare attraverso il cinema di finzione, anche perché la nostra produzione nazionale si è occupata poco di fabbrica e di lavoro. Il materiale raccolto rappresenta certamente la voce del padrone, pertanto presenta l'arrivo dell'industria come sinonimo di progresso, senza preoccuparsi di problemi e conseguenze ambientali ed ecologi-che e, tuttavia, fìssa per sempre la realtà di un certo lavoro, spesso duro e disumano, di cui si va perdendo la memoria, perché non esistono più testimoni viventi. E se il cinema d'impresa rappresenta l'immagine che l'industria voleva dare di sé, la libertà di cui gli autori hanno goduto, pensiamo, ad esempio, ad Ermanno Olmi, che ha realizzato moltissimi film per la Edisonvolta, è incredibile". In effetti il caso Olmi è davvero sorprendente: fra il 1953 e il 1961 il regista ebbe la possibilità di dirigere una trentina di documentari tecnico-industriali di pregevole fattura, fra i quali "La diga sul ghiacciaio", 1953; "Tre fili fino a Milano", 1958; "Un metro è lungo cinque", 1961 e perfino un lungometraggio "11 tempo si è fermato", girato nel 1959, che sarebbe dovuto essere un film didattico sulla vigilanza alle dighe e che, strada facendo, si trasformò in un film a soggetto centrato sulla storia dell'amicizia fra un anziano guardiano e un giovane collega nell'isolamento dell'alta montagna. La maggior parte del materiale raccolto nell'Archivio di Ivrea si può identificare in una serie di filoni o generi: i film che raccontano la costruzione di nuove fabbriche, sottolineando l'estetica della modernità; i film sulla vita degli operai; la presentazione dei prodotti; le attività sociali proposte dalla fabbrica (asili, scuole, colonie) che raccontano l'impresa come un attore sociale complessivo. Ma l'Archivio Nazionale del Cinema d'Impresa, già visitabile da studiosi e ricercatori, e che entro il 2007 dovrebbe essere a disposizione anche del pubblico in genere, raccoglie anche una grande quantità di materiali pubblicitari: i vecchi mitici, "Caroselli", ma anche short per il cinema, che venivano proiettati in sala fra uno spettacolo e l'altro. "Si trattar commenta Toffetti- di un tipo di pubblicità esattamente agli antipodi rispetto agli spot dei nostri giorni. Colpisce innanzi tutto la lunghezza di questi materiali, che nel caso delle pubblicità per il cinema possono superare anche i sei/sette minuti. Si tratta a tutti gli effetti di piccoli spettacoli teatrali, ricchi di invenzioni, di cui un esempio efficacissimo è uno short con protagonisti due grandi attori come Lina Volonghi e Umberto Melnati per "R.odina,", un medicinale che non esiste più».
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