PAESTUM: Turismo? Sì, archeologico Michele Marolla 20/11/2005, La Gazzetta del Mezzogiorno
Paestum L'ottava edizione della Borsa mediterranea del turismo Grande interesse per gli stand di Puglia e Basilicata
Dal nostro inviato PAESTUML'archeologia rappresenta una nicchia nel settore del turismo, ma è una nicchia che si amplia sempre più, verso la quale cresce l'interesse in maniera esponenziale, e che attraversa tutti gli ambiti del turismo, da quello di stampo classico a quello scolastico, passando per la convegnistica. Quindi l'archeologia, grazie anche all'interesse crescente dei mezzi di informazione, è ormai un vero e proprio valore aggiunto nel marketing turistico. Se il turismo rappresenta il 5% del Pil, ma perde colpi in competitività, l'enorme patrimonio archeologico ha espresso solo una piccola parte delle grandi potenzialità di cui è in possesso. Per farlo occorre una più forte sinergia tra enti e operatori turistici. È la conferma che scaturisce dalla ottava edizione della Borsa mediterranea del turismo, aperta giovedì a Paestum e che si conclude oggi: 180 espositori, 155 incontri e convegni, 110 buyers esteri provenienti da 20 Paesi (Usa, Giappone, Canada, Germani, Nuova Zelanda, Ungheria, Norvegia, Corea, etc?). In questo àmbito un ruolo di tutto rispetto lo ha ricoperto la Puglia con numerose presenze istituzionali che hanno suscitato vivo interesse da parte degli operatori: lo stand della Regione Puglia - Assessorato al Turismo è stato frequentatissimo, mentre particolarmente soddisfatti sono stati i 25 operatori turistici regionali accreditati, che hanno partecipato al workshop con gli operatori stranieri, tanto che alcuni avevano firmato accordi e contratti già dopo la sola mattinata di ieri. Segno che la Puglia ha una notevole capacità di attrazione, grazie ad una offerta turistica molto articolata sul territorio, arricchita in maniera decisa dalle proposte archeologiche. «Puglia Imperiale», progetto di promozione turistica promosso dal Patto territoriale Nord Barese - Ofantino ha presentato i percorsi archeologici che coinvolgono gli undici comuni che sono sotto l'egida di Castel del Monte, alla scoperta del misterioso popolo degli ipogei, passeggiando nella terra delle grandi battaglie, fra i tesori venuti dal mare e le testimonianze preistoriche. L'Università degli Studi di Bari ha presentato il corso di laurea triennale in Scienze dei beni culturali. Poi è stata la volta del «Progetto Egnazia», che vede impegnata l'Università insieme con il Comune di Fasano e la Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia. Un progetto, quest'ultimo, sul quale il comune fasanese sta puntando soprattutto per consolidare l'intesa tra pubblico e privato nella gestione del sito, ma anche nella promozione del territorio: è riuscito a mettere insieme cultura e divertimento, infatti è stato annunciato l'accordo con lo Zoosafari, che proporrà un pacchetto promozionale che prevede sconti particolari per chi acquisterà il biglietto anche per visitare il Parco nazionale di Egnazia. Visitatori sempre curiosi e «affamati» di informazioni agli stand del Comune di Gravina, della Provincia di Bari, del Comune di Fasano e della provincia di Foggia. E proprio il capoluogo dauno conclude la serie degli incontri questa mattina, presentando «L'archeologia dei paesaggi e i paesaggi dell'archeologia della Daunia», un modo per mettere insieme siti archeologici e ambiente nel quale sono inseriti, con lo scopo di offrire una proposta turistica integrata e compatibile. Grande interesse anche per la Regione Basilicata che, oltre a uno stand ricco di proposte, ha presentato in un incontro i «Percorsi museali e archeologici della Basilicata», suscitando apprezzamento e interesse da parte degli operatori turistici presenti.
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