ABRUZZO: Dagli scavi spunta la necropoli di SERGIO SILVA 20/11/2005, Il Messaggero (Rieti)
L’area del rinvenimento si trova tra Borbona e Montereale, a 1100 metri sul livello del mare
E’ il primo insediamento sabino scoperto dagli studiosi in Abruzzo
La scoperta risale allo scorso aprile ma la notizia è trapelata nei giorni scorsi per ragioni di sicurezza: a 1100 metri sul livello del mare è stata scoperta la prima necropoli degli antichi sabini in territorio oggi abruzzese. Sei tombe del tipo ad inumazione in fossa, cinque adulti maschi ed un bambino. Degli adulti una è donna. Il sito si trova ad una manciata di chilometri dal confine regionale, poco oltre il comune di Borbona nel territorio di Montereale. Il ritrovamento è stato possibile grazie all’azione degli operatori locali dell’Archeoclub appartenenti alla sede comprensoriale dell’Alto Velino e Tronto che hanno assunto il compito di leggere la superficie del territorio. Ed è proprio durante un’azione periodica di perlustramento dell’area che Pietro Salvatori, socio dell’archeoclub, incuriosito della presenza di un mucchietto di terra fresca rimossa da poco scopriva fra i sassi resti di corredo di una tomba ed esattamente una fibula di bronzo, una lama di coltello in ferro ed altro materiale minuto. «Erano dei chiari segni lasciati dall’azione di uno scavo clandestino - dice il volontario - Abbiamo tempestivamente informato gli organi competenti e dopo una prima ricognizione sul campo la Soprintendenza per l’Abruzzo ha deciso di effettuare una campagna di scavo che si è svolta nei mesi di settembre e ottobre 2005. E’ un ritrovamento casuale, conclude il Salvatori, che conferma il bisogno di ampliare l’azione di salvaguardia del territorio e della valorizzazione dei nostri beni culturali che da anni, come Archeoclub, stiamo perseguendo fra notevoli difficoltà organizzativi ed economici». Data la posizione della necropoli scoperta, appartenente ad un periodo compreso tra l’VIII ed il VI secolo a.C. è possibile parlare di un insediamento d’altura fortificato costruito per controllare la dorsale appenninica dall’ingerenza dei popoli vicini, Piceni e Pretuzi. La conferma di tale destinazione viene dalla tipologia del corredo recuperato nelle tombe: un pugnale in ferro ed una lama di lancia senza asta, un cinturone di bronzo a placche elementi appartenuti certamente ad un guerriero di rango. Dallo scavo è emerso molto vasellame sabino in ceramica rossa molto simile a quello rinvenuto nelle tombe laziali di Colle del Forno, Passo Corese e Amatrice. Un altro elemento che differenzia le tombe scoperte a Montereale da altre dell’aquilano è il ritrovamento nella fossa femminile del corredo funebre di quattro rocchetti fittili usati dalle donne di rango per la tessitura: l’uso di deporre nelle tombe gli strumenti della filatura era del tutto estraneo fra i popoli dell’Abruzzo come Vestini, Equi, Marruccini ed altri. L’area archeologica appena scoperta rientra nel territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga dove recentemente sono state ritrovate due interessanti necropoli nel territorio del comune di Amatrice. La scoperta di Montereale alimenta il dibattito sull’opportunità di iniziare un progetto che porti all’allestimento nel Parco di un museo archeologico che raccolga i reperti recuperati sulla dorsale appenninica mentre i materiali recuperati permetteranno uno studio comparato con quelli appartenenti ai Sabini tiberini.
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