UNIONE/ Fassino: sul programma abbiamo idee chiarissime 20-11-2005 13:50 - Virgilio Notizie
Replica all'editoriale del Corriere
Perugia, 20 nov. (Apcom) - "Io ho le idee chiarissime". Il segretario Ds Piero Fassino, conversando con i giornalisti, replica così a Angelo Panebianco che, sul Corriere della Sera di oggi, rimprovera alla Quercia di non avere ancora indicato "i primi due o tre atti di governo che vogliono attuare in caso di vittoria". Però, prima di procedere ad una specie di identificazione delle linee guida che dovranno ispirare il programma dell'Unione, Fassino parla delle caratteristiche dalle quali un soggetto di governo inserito in una democrazia bipolare non può prescindere: "Il blocco - dice Fassino - dovrà essere guidato da una forza principale grande e i Ds hanno dimostrato di poter essere questo soggetto di coesione. Siamo in buona salute e in questi cinque anni ci siamo presentati agli elettori come una forza che lavorava per l'unità. Le primarie sono state importantissime decretando l'incontro tra politici e cittadini e indicando la presenza di risorse vive nel Paese".
Per mettere sul piatto alcuni dei punti che dovranno caratterizzare il programma di governo dell'Unione, Fassino usa la formula della "politica di crescita corretta". Una politica di crescita che ruota attorno a cinque punti fondamentali. "Dovremo puntare - inizia ad elencare Fassino - sulla specializzazione tecnologica richiamando quel mix produttivo che sta caratterizzando la crescita di altri Paesi industrializzati. Ancora, la qualificazione delle risorse umane con i nostri laureati che sono in media la metà rispetto ai Paesi concorrenti. Con un ammodernamento infrastrutturale del Paese, e penso ad una politica della 'portualità' per cui se il cuore dinamico dell'economia mondiale si sta spostando in Asia le relazioni dovranno necessariamente passare per il Mediterraneo e in questo contesto l'Italia dovrà sfruttare la sua caratteristica di gigantesco molo".
Serve insomma, "una scelta di internazionalizzazione da fare cercando di contrastare la piccola dimensione delle imprese italiane, che nel 95% dei casi non superano i 30 addetti rendendo difficili in questo modo gli investimenti esteri ed infine una valorizzazione della civiltà italiana. Civiltà italiana fatta di patrimonio artistico e beni culturali che, ad esempio non dovranno restare fuori dalla nuova ondata di turismo cinese, si prevede un flusso di 50 milioni, che grazie all'accordo Ue-Cina per la facilitazione del rilascio dei permessi, si determinerà in Europa nei prossimi anni".
Queste le leve su cui agire. Seconda questione riguarda il modo. "Non escluderei la liberalizzazione di certi settori - dichiara Fassino - e nemmeno una politica fiscale funzionale".
Terza, ma non ultima questione per il segretario dei Ds, è quella che chiama in causa il Welfare. "Possiamo permetterci un Welfare - si chiede Fassino - guardando a quanto sta succedendo a Parigi. Direi piuttosto che la domanda dovrebbe essere il come poterci permettere una politica di coesione sociale". "E' un tema delicato - conclude Fassino - perché bisogna affrontare dei nodi. Fare prima di tutto in modo che la flessibilità sia diversa dalla precarietà grazie all'utilizzo degli strumenti degli ammortizzatori sociali. Presupporre un sistema di prestito in banca agevolato e ripensare un sistema previdenziale che si svincoli dalla vecchia concezione per cui anni fa una volta andati in pensione l'aspettativa di vita poteva corrispondere all'incirca a cinque anni". L'eccessiva legificazione per Fassino può diventare un fattore di inefficienza. "Bisogna ridurre le leggi perché il lasso di tempo che intercorre da una necessità che si produce e la risposta del Parlamento è per forza di cosa ampio".
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