Museo nuragico: il progetto arriva entro gennaio Alessandra Sallemi La Nuova Sardegna 18/11/2005
CAGLIARI. Betile in logudorese vuol dire bétilo, la pietra che nelle civiltà arcaiche veniva piantata in un luogo abitato dalla divinità e sarà il nome del Museo mediterraneo dell'arte nuragica e contemporanea, presentato in un allegato del numero di novembre della rivista di architettura Domus per il bando del concorso di idee voluto dalla Regione. Prende forma il sogno collettivo di un comitato di architetti, critici d'arte, archeologi, direttori di museo che da mesi insegue l'intuizione del presidente della giunta, Renato Soru, il quale a sua volta s'era rifatto all'accostamento tra manufatti nuragici e contemporanei azzardato negli anni Cinquanta da un Giovanni Lilliu fresco della scoperta di Barumini. Dunque il museo si farà, il bando dice che l'opera costerà (al massimo) 50 milioni di euro, che la Regione ne ha già pronti 32 e che per presentare i lavori c'è tempo (poco) fino al 12 gennaio 2006. Il bando annuncia chi saranno i commissari e cosa ci si aspetta dai partecipanti: un'opera di architettura che diventi un faro di luce sull'intera cultura mediterranea. Vediamo come. «Non s'intende creare un un semplice museo archeologico, ma una struttura destinata a ospitare, entro un contenitore di forte rilievo architettonico, una collezione permanente dedicata all'arte nuragica accanto a esposizioni — e poi a una collezione — di arte contemporanea, incentrate sulle esperienze condotte nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Nucleo iniziale della raccolta dovrebbe essere il gruppo di grandi statue del secolo VIII di Monti Prama...». Di fatto, nel bando si chiede che il museo dimostri la fattibilità di un'ipotesi politica finora sprecata in slogan elettorali: «...l'architettura del nuovo museo mediterraneo di arte nuragica e arte contemporanea dovrà ispirarsi in modo originale all'idea di una doppia tensione nell'identità geopolitica della Sardegna: quella tra antico e contemporaneo e quella tra dimensione insulare e dimensione mediterranea». Nel manifesto allegato a Domus sono indicate le «cinque sfide» lanciate ai progettisti: il museo dovrà essere un «volano di rimandi», un «laboratorio di confronto e sperimentazione», un «percorso espositivo multiplo», un «luogo di produzione, ricerca e sperimentazione» e anche un «motore di rigenerazione urbana». Volano di rimandi significa che il museo non dovrà avere la superba pretesa di esaurire la curiosità del visitatore sul mondo nuragico ma, al contrario, dovrà essere una sorta di porta delle meraviglie varcata la quale si proverà il desiderio di andare a scoprire fortini, case, reggie, piazze, santuari, pozzi, necropoli laddove le tribù le dislocarono nel corso dei secoli. La porta delle meraviglie dovrà dare ragione di quel che gli studiosi sostengono, vale a dire che l'intreccio culturale del Mediterraneo si è formato anche col contributo della ci-viltànuragica. Confronto e sperimentazione tra arte nuragica econtemporanea saranno «l'essenza stessa del programma espositivo e di ricerca del Museo». Il museo dovrà essere frequentabile in molti modi per-chì concepito come un «percorso espositivo multiplo capace di far interagire la percezione estetica delle opere con la loro storicizzazione e contestualizzazione». Le relazioni tra arte nuragica e arte contemporanea dovranno essere continuamente cercate e sperimentate: chi curerà il museo dovrà avere gli spazi per «confrontarsi con specialisti di varie discipline» e incontrare studenti e ricercatori. Spazi anche per restaurare i pezzi nuragici e per produrre «opere di arte contemporanea». Nel bando si chiede ai concorrenti «particolare attenzione alle forme di accesso al Museo e alle relazioni fra i suoi spazi esterni e interni»: da questa opera ci si aspetta che regga la quinta sfida, essere «motore di rigenerazione urbana». I partecipanti in regola otterranno un rimborso, il vincitore invece riceverà 90 mila euro quale anticipazione del compenso per il progetto completo. La commissione giudicatrice (varata ieri dalla giunta regionale) è composta da Antonio Giovannucci, architetto, direttore generale per i beni culturali e paeggistici della Sardegna, Stefano Boeri, architetto, direttore di Domus, Antonio Marras, stilista di moda, Catherine David critico d'arte e curatore alla Humboldt University di Berlino, Hans Ulbrich Obrist critico d'arte e curatore al Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris, Salvatore Settis storico dell'arte e direttore della Scuola Normale di Pisa, Luigi Snozzi, architetto, facoltà di architettura di Sassari, Enrico Corti, facoltà di ingegneria di Cagliari, Elisabetta Pisano, ingegnere, responsabile unico del procedimento per la Regione. Infine, ci saranno anche i rappresentanti degli Ordini e dell'autorità portuale. |