IL COMMENTO : Finanziamenti a manifestazioni ed associazioni Redaz. venerdì 18 novembre 2005 www.iltempo.it
ROCCO Buttiglione, che come me i lettori de Il Tempo conoscono e apprezzano per i suoi scritti, è un politico intelligente e perbene. Siamo certi della sua buona fede nel braccio di ferro con il titolare dell’Economia, Giulio Tremonti, sui tagli al ministero dei Beni culturali. E la tesi di fondo sul dovere dello Stato di valorizzare e difendere il suo principale patrimonio è senza dubbio corretta. Il ministro però è forse troppo fresco di incarico per avere dato un’occhiata seria a tutti i rivoli di spesa che partono dai beni culturali. Basta spulciare la tabella degli aiutini alle varie associazioni, fondazioni ed enti che ogni tre anni ricevono dalla manina pubblica vita e sostanza. O, come in questo caso, scorgere una ad una le richieste arrivate e parzialmente accolte per finanziare edizioni e comitati nazionali. In ogni angolo di Italia troverete un comitatino disposto a celebrare il centenario, il bicentenario, o il semplice anniversario della nascita di questo o quel personaggio ritenuto fondamentale per la storia della nostra cultura. Per averne diritto basta organizzare una bella tavola rotonda e magari pubblicarne gli atti. In questo caso stiamo parlando di pochi spiccioli, in tutto circa 7 milioni di euro. Ma se si mettono insieme ai contributi triennali ad associazioni e fondazioni e ai mille rivoli in cui viene disperso il Fondo unico dello spettacolo spesso dando una mano finanziaria a qualche ghiribizzo dell’intellettuale gradito al politico di turno, lo spreco di risorse comuni è anche rilevante. Non è un caso se per oliare anche l’idea più bislacca si è disposti ad offrire la presidenza di un comitato al politico più autorevole del collegio: una mano tira l’altra e qualche migliaio di euro non si nega per rispetto bipartisan. Fossimo in periodo di vacche grasse, pronti a chiudere un occhio. Ma non essendo questa la condizione dei più, vorremmo chiedere al ministro Buttiglione se è preferibile (ed usiamo una sua bandiera personale) accantonare qualche spicciolo in più per la famiglia o celebrare l’ennesimo anniversario della consegna del premio Nobel a Giosuè Carducci. Qualche scelta bisognerà pur farla, e davanti a certi elenchi non sarebbe male riflettere su quei tagli di Tremonti. Anche per dare un segnale a chi vive solo di contributi pubblici (e poco importa se a quelli centrali se ne affianchino altri di enti pubblici locali). Forse, caro ministro, è sacrosanto tenere aperti i musei, ma si possono tagliare altri cordoni ombelicali per segnare la fine di un’era che non ha mai fine...
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