Italia: «Spadolini fondamentale per la tutela dei beni culturali» Marco Ferri Giornale della Toscana, 18/11/2005
Più che la giornata delle premiazioni, a un certo punto sembrava quella degli aneddoti. Sempre precisi, decisamente intriganti. Come quando Giovanni Spadolini aveva proposto a Luigi Pirandello l'acquisto della Nuova Antologia «perché vendeva bene e perché tanto...ci scriveva già». Ma «l'Uomo di Girgenti» preferì impiegare le sue risorse nell'acquisto di alcuni terreni. O come quando Salvatore Italia (Direttore Generale per gli Archivi) ha rievocato la nascita del Ministero per i beni Culturali, nel 1974, quando Giovanni Spadolini fu il primo a capire l'importanza del patrimonio prima ancora dell'istituzione del dicastero, a promuovere l'idea degli archivi come bene culturale indispensabile e come memoria storica di grandissimo valore. Ieri sono accorsi in tanti, al Pian de' Giullari, per una serie di appuntamenti concentrati in un pomeriggio dedicato alla cultura. Il primo a prendere la parola è stato il presidente della Fondazione Spadolini, Cosimo Ceccuti, che ha tracciato un profilo storico sia della rivista - la Nuova Antologia ha alle spalle «140 anni di cultura e libertà» ha titolato il periodico edito dalla stessa associazione - sia della Fondazione che è giunta al traguardo dei 25 anni senza cambiare di una virgola gli obiettivi espressi nello statuto: assicurare la continuità e la libertà della rivista, garantire ai giovani e agli studiosi la fruizione dello straordinario patrimonio culturale del fondatore (tant'è che il numero dei volumi presenti è passato da 80mila a l00mila), promuovere iniziative culturali (mostre, convegni, seminari ecc.) in collaborazione con università e istituzioni pubbliche e private, italiane ed, estere. Anche questa sorta di vademecum è stato cadenzato dagli aneddoti. Uno su tutti: «il primo volume della biblioteca - ha ricordato Ceccuti - lo mise nello scaffale Antonio Paolucci, quando era ministro per i beni culturali». Da segnalare che gli appuntamenti previsti durante il prossimo biennio alcuni appaiono già di sicuro richiamo come la pubblicazione degli scritti di Giovanni Spadolini sul Resto del Carlino, una mostra itinerante in alcuni paesi dell'America Latina dedicata a Garibaldi, la proposta di intitolare la prossima «Settimana della cultura» alla tutela e fruizione del patrimonio culturale italiano. Luigi Lotti, presidente della giuria della IX edizione del «Premio Spadolini Nuova Antologia», ha poi illustrato questa particolare attività della fondazione per promuovere la ricerca sulla «storia politica e culturale dell'Italia contemporanea (80 e 900)» e premiato alcuni giovani studiosi. Hanno ricevuto i premi della fondazione Laura Brazzo (Milano), Gabriele Paolini (Firenze), Alessandro Breccia (Pisa), Veronica Gabbrielli (Firenze), Anna Maria Fiorentini (Milano), Simona Trailo (Istituto Universitario Europeo) e Giulio Sinibaldi (Roma). Quindi Salvatore Italia, giunto appositamente da Roma, ha rievocato la nascita del Ministero per i beni culturali non senza regalare aneddoti e particolari sulla passione dell'uomo-Spadolini (non solo politico quindi) nel perseguire l'obiettivo della salvaguardia del patrimonio culturale italiano. Ad esempio dalle parole di Italia è emersa la grande capacità umana di Spadolini nel convincere anche gli avversari politici che le sue tesi fossero più che condivisibili. D'altronde il neonato ministero fortemente voluto da Spadolini, fu ricavato da una «costola» del ministero degli Interni, sul quale si concentrarono subito le attenzioni dei dicasteri della Funzione pubblica e del Tesoro. La grande capacità di Spadolini - «uno dei padri del nostro paese» l'ha definito Italia - resta quella di aver saputo dare subito autonomia a un ministero che inizialmente veniva guardato con sospetto e che invece oggi difende una delle principali ricchezze del paese.
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