Sicilia: Cade sotto la scure dell'esame di costituzionalità una parte del provvedimento sugli edifici in demanio marittimo ANTONIO FRASCHILIA La Repubblica, ed. Palermo, 17 novembre 2005
"No a sanatorie": legge impugnata Coscio si infuria: "E commissario ha preso un abbaglio"
«SI tratta di una sanatoria strisciante»: per questo motivo il commissario dello Stato ha impugnato parte della legge approvata il 9 novembre all'Ars sulle "Disposizioni sul rilascio delle concessioni di beni demaniali e sull'esercizio diretto delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo", voluta fortemente dal governo Cuffaro. La parte "incriminata" (la lettera"e"del primo comma dell'articolo 1) di una legge che in generale riguarda la durata e i contenuti delle concessioni consentite per attività eco-nomiche e turi-stiche era stata inserita per consentire «il mantenimento di manufatti che siano una porzione di un edificio realizzato al di fuori dell'area del demanio». «Questo comma consentirebbe nella sostanza la sanatoria di immobili costruiti abusivamente sul demanio», scrive nella relazione inviata alla Corte costituzionale il prefetto Carlo Fanara, commissario dello Stato alla Regione. Secondo il commissario, se messa in pratica la legge così come approvata all'Ars, si «avrebbero in Sicilia effetti dirompenti sull'equilibrio del territorio, giacché potrebbero essere mantenuti illegittimamente sul demanio marittimo centinaia di manufatti realizzati sulle coste per uso turistico, balneare, sportivo o ricreativo». Il tutto in violazione delle norme vigenti che prevedono «il vincolo di inedificabilità assoluta sulla fascia costiera» per tutelare il paesaggio e «il corretto assetto idrogeologico». Per Fanara la lettera "e" violerebbe gli articoli 3,9 e 37 della Costituzione e gli articoli 14 e 17 dello Statuto speciale della Regione siciliana. Secondo l'assessore al Territorio, Francesco Cascio, si tratta invece di un «grande abbaglio» del prefetto Fanara: «II comma riguarda immobili costruiti con regolari concessioni edilizie prima della demarcazione del territorio demaniale, demarcazione che ha in alcuni casi spezzato strutture che adesso si trovano per metà su terreno demaniale e per metà su terreno privato — ribatte Cascio — Noi andiamo avanti comunque: la settimana prossima elimineremo con un ordine del giorno la lettera "e" del comma impugnato e pubblicheremo poi la legge sulla Gazzetta ufficiale». Di tutt'altro parere ambientalisti e opposizione: «Uno stop importante alle tentazioni condoniste» per Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente e deputato della Margherita. Va giù duro Francesco Forgione, capogruppo di Rifondazione all'Ars: «L'impugnativa ripristina la legalità e il rispetto della Costituzione, l'assessore Cascio vede sconfessato il suo disegno di mascherare un condono del saccheggio delle coste e delle aree protette». Per Giovanni Barbagallo, capogruppo della Margherita, «c'è da augurarsi che in questo ultimo scorcio di legislatura il governo Cuffaro non cerchi di fa-approvare non compatibili con la tutela del nostro patrimonio ambientale». Via libera comunque al resto della legge e, in particolare, all'articolo 1 che prevede che la concessione dei beni demaniali marittimi possa essere rilasciata, oltre che per servizi pubblici e per servizi di attività portuali e produttive, anche per tante altre attività che mirano a trasformare la Sicilia nella riviera del Sud. Sui nostri litorali potranno sorgere palestre, centri sportivi e di benessere, acquapark, ristoranti, bar, botteghe artigianali, officine e cantieri nautici. «Questa legge vuole far diventare le nostre spiagge non più un problema di gestione ma una fonte di reddito per i siciliani, e consentire un aumento dei servizi sulle nostre coste», conclude l'assessore Cascio.
|