Zecchi accusa la Scala: ha danneggiato gli Arcimboldi Maurizio Giannattasio Corriere della sera, cronaca Milano, 17 novembre 2005
II responsabile della Cultura: troppo egoismo. Le dimissioni di Tronchetti Provera si potevano evitare. Appello alla Provincia per entrare nella Fondazione Zecchi contro la Scala: ha danneggiato gli Arcimboldi L'assessore attacca Lissner: avremmo potuto aprire un anno fa «Poteri eccessivi ai sovrintendenti»
ALLA BICOCCA Grazie all'accordo con le cinque fondazioni teatrali milanesi, gli Arcimboldi riapriranno a fine anno «Ci sono state delle tensioni egoistiche nel mondo culturale milanese che hanno frenato l'apertura degli Arcimboldi». Stefano Zecchi sceglie la platea del convegno che il Comune ha dedicato ai teatri milanesi per togliersi qualche sassolino dalle scarpe sulla vicenda Arcimboldi. Il bersaglio è la Scala o meglio il sovrintendente Stephane Lissner, reo, secondo l'assessore alla Cultura, di non aver voluto gestire direttamente o indirettamente il teatro di Gregotti: «Avremmo potuto aprire un anno fa, ma questo non è successo. Ci sono rimasto molto male». L'esternazione di Zecchi arriva a pochi giorni dalla conferenza stampa di presentazione del cartellone degli Arcimboldi (il 30 novembre) , una riapertura resa possibile dal fatto che le cinque fondazioni teatrali e musicali milanesi si sono messe insieme sotto la supervisione di Paolo Arca. Tra queste c'è anche la Scala. Ma ciò non basta a Zecchi per dimenticare che il teatro di Gregotti poteva riaprire almeno un anno fa. «Chi dice che era un problema di soldi dice una cosa non vera. La Scala poteva intervenire - continua l'assessore - o direttamente o prendendosi in carico la gara. Così non è stato, ma pazienza. Siamo riusciti, grazie all'accordo con le cinque fondazioni teatrali milanesi e grazie al maestro Arca, a far ripartire lo stesso gli Arcimboldi». Zecchi non lo dice direttamente, ma le sue accuse sembrano rivolte soprattutto al sovrintendente Stephane Lissner: «I sovrintendenti hanno poteri eccessivi. Sono dispiaciuto anche perché si sarebbero potute evitare le dimissioni di Marco Tronchetti Pro vera dal cda». Dalla Scala nessuna risposta ufficiale, ma semplicemente l'accento che la decisione di non intervenire direttamente o indirettamente sugli Arcimboldi è stata presa dal consiglio di amministrazione della Scala e ribadita successivamente dal sovrintendente Stephane Lissner. Il Piermarini ricorda anche che ha partecipato attivamente a tutte le riunioni per la nuova programmazione degli Arcimboldi. E continuerà a farlo. Replica Zecchi: «II sindaco, presidente del cda Scala, caldeggiava questa soluzione, ma non ha avuto il potere di farla approvare, perché la decisione spettava alla sovrintendenza». Adesso Zecchi guarda al futuro. Quello immediato che dovrebbe portare alla riapertura a fine anno. E quello, di lungo corso, con la costituzione della Fondazione e l'approvazione del nuovo Statuto. «Il voto dovrebbe arrivare a fine gennaio. Non vedo più grandi problemi. Il Comune avrà come partner la Regione e la Scala. E vorrei proprio che la presidenza andasse al Pirellone, perché gli Arcimboldi hanno prospettive di sviluppo sul territorio molto importanti». Ma Zecchi allarga l'appello anche alla Provincia di Filippo Penati, in rotta di collisione con il Comune sulla vicenda del consiglio di amministrazione della Scala: «Mi auguro che la Provincia entri nella Fondazione Arcimboldi. Se ha dei quattrini li metta nella Fondazione, avrebbe molti più interessi nel teatro della Bicocca che nella Scala». Ma la Provincia, prima di rimettere mano al portafoglio, ci penserà mille volte.
|