Una Patrimonio-bis per tagliare il debito Mario Sensini Corriere della Sera, 17/11/2005
Lo studio del Tesoro. Maroni attacca sul Tfr. Il premier: varo al prossimo consiglio dei ministri
Leo (An): pronto un emendamento sul concordato fiscale
ROMA — I vecchi amori non si dimenticano mai. Così, dopo essere tornato all’Eco-nomia, e avviata la Finanziaria in Parlamento, il ministro Giulio Tremonti, ha ripreso in mano il vecchio progetto della Patrimonio Spa. L'obiettivo è sempre quello, creare uno strumento per ottimizzare e soprattutto ridurre il debito pubblico. Una società alla quale conferire porzioni dell'enorme patrimonio pubblico dello Stato da mettere progressivamente sul mercato. All'attivo ci sarebbe il patrimonio, al passivo i titoli del debito pubblico che verrebbero acquistati dallo Stato. La condizione necessaria perché il meccanismo finzioni, però, è che la società sia fuori dal perimetro della pubblica amministrazione. Portando fuori, ma solo a fini contabili, sia il patrimonio che il debito. Uno status, quello di società esterna alla pubblica amministrazione, che il Parlamento non ha mai concesso a Patrimonio Spa, pur concepita sulla base di quell'idea. Fonti del Tesoro confermano che il progetto, il quale avrebbe poco a che vedere con la superholding proposta da Giuseppe Guarino, è in fase preliminare di studio. È un progetto di medio periodo, non certo realizzabile nel giro di pochi mesi, se non altro perché il piano di Tremonti prevede anche il coinvolgimento dei governi locali per la riduzione del debito pubblico, nell'immediato, si ricorrerà molto probabilmente a operazioni più «classiche», dall’utilizzo delle disponibilità del conto corrente di tesoreria, alle dismissioni immobiliari. La prima preoccupazione del Tesoro, in ogni caso, resta la Finanziaria del 2006 che, secondo Tremonti, «dovrebbe uscire dalla Camera solida e in tempi brevi». Sulla strada della legge di bilancio, però, si profila di nuovo il problema del condono fiscale. Ieri Maurizio Leo, deputato di An, ha confermato l'intenzione di presentare un emendamento per introdurre il concordato fiscale di massa. «Non è un condono ma un accertamento con adesione di massa e che riguarda, cioè, la generalità dei contribuenti autonomi e delle imprese», ha spiegato Leo, aggiungendo che l'operazione dovrebbe garantire un gettito aggiuntivo dì 3 miliardi di euro. Solo che Tremonti, dichiaratamente contrario al condono, guarda con sospetto anche al concordato- La maggioranza appare ancora piuttosto divisa, Guido Crosetto, deputato di Forza Italia, ha smentito che l'emendamento Leo possa essere presentato anche con la sua firma, «In Forza Italia non ne abbiamo mai parlato, né scritto nulla» ha detto Crosetto. Secondo il quale, invece, c'è sufficiente consenso nella maggioranza sull'ipotesi del condono previdenziale per i lavoratori agricoli anche questo proposta da An. Nel frattempo, ieri, si è sfiorato l'ennesimo incidente con la Lega Nord sulla riforma del Tfr. Appreso che il decreto legislativo non sarebbe stato all'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri di venerdì, al quale sarà peraltro assente, il ministro del Welfare Roberto Maroni ha fatto sapere che avrebbe chiesto immediatamente spiegazioni allo stesso Silvio Berlusconi, Dal quale, poco dopo, è arrivata una rassicurazione. «Tutto regolare, tutto come previsto. Andrà al Consiglio dei ministri della prossima settimana», ha detto il presidente del Consiglio.
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