Dal Comitato per la Bellezza appello a Prodi Alessandra Rota 17/11/2005 La Repubblica
I beni culturali hanno la specifica funzione di.
Dopo l'articolo di "Repubblica" le reazioni di Ds e Margherita. L'opposizione attacca: vogliono svendere il patrimonio artìstico ROMA — I Beni culturali sottoposti alle logiche del mercato: è questa la sostanza del documento distribuito ai ministri che Salvatore Settis ha citato in un articolo comparso sulla Repubblica di ieri.
Una proposta per una nuova versione dell'articolo 115 del Codice dei Beni culturali (in vigore dal maggio 2004) dedicato "alle forme di gestione dell'attività di valorizzazione" che aumenta, rispetto per esempio alla Legge Ronckey e al Testo unico del 1999, la possibilità di partecipazione dei privati. I fogli circolati a Palazzo Chigi vanno molto al di là del Codice, proponendo di "mettere a reddito" musei e monumenti, ovviamente secondo logiche imprenditoriali. Il ministro dei Beni culturali Buttiglione ha dichiarato la sua estraneità, definendo la proposta «un contributo provocatorio».
Diverse le reazioni dell'opposizione: il capogruppo Ds della Commissione cultura della Camera, Giovanna Grignaffini sottolinea: «Sui beni culturali, nonostante le smentite di rito, il governo porta a termine un suo progetto iniziale: la svendita del patrimonio nel nome di una visione mercantile della cultura. Il governo spinge sull'acceleratore e mette a punto un meccanismo che potrebbe affidare inmaniprivate una grossa fetta del nostro patrimonio. È lecito domandarsi quale peso abbia Buttiglione». Il deputato della Margherita Ermete Realacci ha presentato un'interrogazione parlamentare: «Vista la problematicità della copertura della Finanziaria il governo non avrà forse in mente una adeguata valorizzazione immobiliare di aree ancora poco sfruttate come Piazza dei Miracoli o il Circo Massimo?».
E il Comitato per la Bellezza presieduto da Vittorio Emiliani ha iniziato una raccolta di firme (già ieri più di 300) per un appello al leader dell'Unione Prodi. |