MATERA: Soprintendenza, i retroscena del tentativo di soppressione 16/11/2005 La Gazzetta del Mezzogiorno
C'erano solo promozioni, dice il segretario della Fp Cgil
MATERA Promozioni e tagli compensativi. Ed è subito scattato l'allarme. Si vuol sopprimere la sede materana della Soprintendenza al Patrimonio storico-artistico e demoetnoantropologico. Questo il passa parola che velocissimo si è propagato per tutta la regione nei giorni scorsi. Ma molti hanno finito anche per rivolgersi un preciso interrogativo: cosa c'è davvero dietro questa vicenda?
La risposta prova a darla il segretario provinciale della Funzione pubblica della Cgil, Vito Maragno. Intanto, fa sapere il sindacalista, dovrebbero esserci ormai buoni motivi per poter dire che accorpamenti e soppressioni sono scongiurati.
Ma c'è una ragione a valle della quale «è maturato questo scellerato provvedimento», commenta Maragno.
«La cosa - continua - è emersa nei vari confronti tra le organizzazioni sindacali e il ministero per i Beni e le attività culturali, impegnato nel taglio del 5 per cento imposto dalla legge Finanziaria sulla spesa per il personale. Naturalmente i sindacati, in particolare la Cgil, hanno posto il problema che si procedesse nel ridurre la spesa per il personale senza arrecare danni, o mantenendoli minimi, cioè, che non si penalizzasse la periferia. Il ministero, invece, in controtendenza, ha aumentato il numero dei "generali" (dei massimi dirigenti, ndr) collocati nelle strutture centrali facendo lievitare, così, la spesa per il personale. A questo punto - fa notare Maragno - da quello che abbiamo capito, qualche alto burocrate ha pensato bene di operare i tagli a livello periferico, tanto per far quadrare i conti. E così, forse ispirato da qualcuno, ha pensato bene di sacrificare la Soprintendenza di Matera. Ecco come si sono svolti i fatti, nessun bluff. Ci sembra invece che le logiche ispiratrici di questo Governo nei confronti della Basilicata siano sempre improntate a logiche di penalizzazione, vedi Scanzano Jonico».
|