Immobili, critiche al piano Brunetta - Assoedilizia: servono agevolazioni fiscali di Gianfranco Di Rago ItaliaOggi - 16/11/2005
Le reazioni delle associazioni di settore alla proposta del consigliere economico di palazzo Chigi.
Case gratis per 500 mila famiglie italiane grazie ai proventi derivanti dalla vendita degli edifici popolari di proprietà degli enti pubblici. Questo il piano annunciato dal consigliere economico di palazzo Chigi, Renato Brunetta, che segue di pochi giorni le dichiarazioni del presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, circa il futuro impegno del governo a risolvere il problema del fabbisogno abitativo in Italia e che ha suscitato numerose reazioni nel settore. Berlusconi ha comunque puntualizzato, ieri a Milano, che il piano allo studio è destinato alle vittime degli sfratti e non a quel 19% di italiani che vive in affitto. Confedilizia si è detta soddisfatta della proposta di Brunetta in quanto, secondo il presidente Corrado Sforza Fogliani, ´l'edilizia residenziale pubblica ha dimostrato in Italia di non funzionare, creando solo isole di privilegio, di clientelismo, di spreco'. Secondo Achille Lineo Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia, associazione milanese della proprietà edilizia, il progetto di rilancio dell'edilizia residenziale pubblica dovrà invece essere accompagnato da una serie di agevolazioni fiscali destinate ai piccoli proprietari di casa per incentivare le operazioni di ristrutturazione e frazionamento degli edifici inutilizzati.
´Le proposte provenienti dal governo sono apprezzabili', ha detto Colombo Clerici, ´in quanto il problema del disagio abitativo era ormai assente da troppo tempo dall'agenda delle priorità degli esecutivi che si sono succeduti negli ultimi anni. A partire dagli anni 80, si è assistito infatti a un progressivo disimpegno sul tema da parte delle autorità statali'.
Secondo il Sicet, sindacato degli inquilini della Cisl, il piano annunciato dal governo arriva in ritardo ed è largamente insufficiente. Il segretario generale, Ferruccio Rossigni, chiede uno stanziamento di almeno 1 miliardo di euro l'anno per dieci anni, oltre a 500 milioni di euro per un fondo sociale. Anche secondo l'Ance, l'associazione dei costruttori guidata da Claudio de Albertis, è evidente il disagio abitativo in cui le famiglie versano a causa dell'esiguo numero di alloggi disponibili sul mercato delle locazioni e dell'edilizia residenziale pubblica.
A questo proposito appaiono interessanti i risultati che emergono da uno studio condotto da Assoedilizia sul fabbisogno abitativo in Italia. La penisola italiana è ultima in Europa per il numero di appartamenti concessi in locazione, rispetto al numero totale di edifici in proprietà (si tratta del 19%, su un totale di circa 27 milioni di immobili). L'Italia si presenta di gran lunga in ritardo rispetto a paesi come la Germania (55%), l'Olanda (46%), la Svezia (44%), la Francia (40%), il Regno Unito (32%) e condivide la sesta posizione con la Turchia. D'altra parte, il Belpaese occupa l'ultimo posto anche nella classifica degli stati che più hanno investito nella realizzazione di case popolari. L'Italia, con il suo 3%, segue infatti a distanza l'Olanda (33%), il Regno Unito (19%), la Francia (16%), la Germania (10%) e l'Irlanda (8%). Il dato relativo all'esiguità degli edifici a disposizione delle famiglie italiane è ulteriormente aggravato da quello relativo al cattivo utilizzo degli immobili di proprietà pubblica. Per esempio, relativamente alla sola città di Milano, che conta circa 72 mila alloggi pubblici, circa 15 mila appartamenti non sono utilizzati in maniera corretta, sia perché occupati abusivamente (circa 4 mila), o comunque da soggetti che hanno perso i requisiti necessari alla permanenza legittima nell'alloggio, sia perché inutilizzabili o degradati (circa 3.900) e, dunque, bisognosi di interventi di ristrutturazione.
A Milano sono poi circa 4.700 gli alloggi assegnati a famiglie assolutamente indigenti che non pagano alcun canone. Inoltre, secondo una recente ricerca del Centro studi per la programmazione intercomunale dell'area metropolitana meneghina, il fabbisogno abitativo dell'area in questione risulta essere di circa 47 mila alloggi, di cui 19 mila per il fabbisogno arretrato, 12 mila per quello insorgente, 7 mila per quello cosiddetto aggiuntivo e 9 mila per quello lavorativo
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