Se vogliamo la lirica, si sappia che costa Mauro Gabrieli e Corrado Augias la Repubblica, 15/11/2005
Gentile Augias, sentire Cocciante mi ha fatto male. Dopo giorni di sciopero della fame per protestare contro i tagli al Fondo unico dello Spettacolo che condannano alla chiusura molte realtà ed alla disoccupazione migliaia di lavoratori dello spettacolo, tutti coloro che contribuiscono a creare la meravigliosa follia dell'Opera, fa male, dicevo, sentire un artista come Cocciante sostenere che è stato spinto a scrivere 'Notre Dame de Paris' anche per riavvicinare il pubblico al melodramma «evitando di spendere cifre folli». Vorrei far notare che i Teatri d'Opera sono Fondazioni «senza fine di lucro» ossia non possono avere profitti. Al contrario un musical 'privato', sicuramente gradevole, è fatto proprio per guadagnarci su. Assistere a 'Notre Dame' costa dai 60 euro fino ai 12 euro per i bambini, in palasport da 5-6 mila posti. Il Teatro Comunale di Bologna, ha adottato una politica dei prezzi dove si paga dai 50 fino ad 8 euro. Gratis i minori di 12 anni accompagnati da un adulto; sconti consistenti per chi ha meno di 30 anni o più di 65: abbonamenti fino ad 80 euro per 8 spettacoli. Mi sarebbe piaciuto sentire Cocciante pronunciarsi contro i tagli governativi, ai quali anche lui ha attinto in maniera diretta o indiretta. Mi sarebbe piaciuto che avesse investito parte dei suoi lauti e meritati guadagni in parole di sostegno per chi non avrà più il problema di avvicinare il pubblico al melodramma perché dovrà starsene a casa. Mauro Gabrieli, Musicista (Teatro Comunale di Bologna) risponde CORRADO AUGIAS Il ministro Buttiglione aveva detto due o tre settimane fa che se si toccavano i fondi per lo spettacolo e il budget per la cultura lui si dimetteva. L'iter della Finanziaria non è ancora finito ma l'aria purtroppo è rimasta quella, c'è stata una piccola reintegrazione ma il grosso dei tagli rimane. Infatti, con più prudenza, il ministro ha aggiunto tre giorni fa che alla Scala le diseconomie ci sono e vanno risolte. Se davvero di questo si trattasse, vorrei indicare a Buttiglione un 'altra diseconomia sulla quale severamente ammonire: il presidente del Consiglio gira con otto macchine di scorta, quattro davanti e quattro dietro la sua. In tempi di vacche magre non sarebbe il caso di esortare alla morigeratezza cominciando dall'alto invece che dai lavoratori dello spettacolo? Vorrà il ministro perdere questa vistosa occasione per esortare al buon esempio? Quanto alla Scala a me pare che il sovrintendente Stéphan Lissner abbia dato i numeri che servivano. Dal 1999 al 2005 il contributo pubblico è diminuito dal 53 al 41 % del bilancio. Nel 2004 s'è trattato di 44 milioni di euro. L'Opera di Parigi ne ha avuti 94; Monaco 48,5; unica eccezione il Covent Garden (34milioni) ma a Londra i contributi privati sono defiscalizzati. I dipendenti del teatro milanese sono 818. A Parigi, 1584 (due sale); a Londra 866; a Monaco 862; a Vienna 915. L'opera costa, questo è fuori discussione. Anzi: il teatro lirico è la più costosa forma di spettacolo esistente in proporzione agli spettatori. Vogliamo toglierla di mezzo? Diciamolo. Abbiamo rinunciato e stiamo rinunciando a molte attività e prodotti che caratterizzavano il nostro paese. L'opera lirica l'abbiamo inventata noi, meglio abolirla del tutto che farla vivere elemosinando.
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