Mario Ciaccia ha lasciato la presidenza di Arcus, una società creata dai ministeri dei Beni culturali e delle Infrastrutture per favorire il recupero del patrimonio artistico nazionale. Ciaccia era stato scelto dal ministro Giuliano Urbani. Da quando Urbani è stato sostituito ai Beni culturali da Rocco Buttiglione, Ciaccia non ha avuto vita facile. Finché nei giorni scorsi gli è stato comunicato che la sua poltrona era destinata a un uomo di fiducia del ministro. Ciaccia ne ha preso atto e l'altro ieri si è dimesso. Proseguirà però la sua attività di banchiere, come direttore delle relazioni istituzionali di Banca Intesa e amministratore delegato di una ramificazione del gruppo, la Biis, che nascerà in gennaio. Gli esperti non hanno preso bene la sostituzione. Secondo il professor Giuliano Segre, direttore del "Giornale dell'Arte", modificare l'assetto di Arcus, una società costituita da poco, «per di più senza ragione, ma anzi riconoscendole la capacità espressa nei primi due anni di vita, sembra più un attentato kamikaze che un'operazione di potere». Ma anche altri dirigenti di enti collegati ai Beni culturali rischiano la poltrona. Qualche settimana fa era dato per imminente il cambio a Cinecittà Holding, l'allarme per adesso sembra rientrato.