Sardegna. La rivoluzione del Piano paesistico, nelle zone turistiche cambierà tutto F. Per. la Nuova Sardegna 14/11/2005
CAGLIARI. La «rivoluzione» del Piano paesistico regionale è vicina. E i cambiamenti non saranno pochi. Cinque esempi. Primo: l'attuale generalizzato vincolo costiero di due chilometri sarà sostituito da una linea di demarcazione che in alcune zone sarà più vicina al mare e in altre più lontana, a seconda del grado di tutela da assicurare al territorio. Secondo: le zone F turistiche non saranno in futuro governate solo dai Comuni, come succede adesso, ma sarà introdotto il principio della co-pianificazione con Regione e Provincia. Terzo: saranno modificati gli indici di edificabilità introdotti dal decreto Floris del 1983. Quarto: le tavole con l'indicazione delle zone più o meno tutelate saranno inserite nel sito web della Regione e potranno quindi essere consultate da tutti. Quinto: le norme di salvaguardia proteggeranno, per una certa distanza, anche gli alberi monumentali (oltre che, come ora, lagune, zone archeologiche, eccetera). Queste anticipazioni sono state fatte dall'assessore all'Urbanistica, Gian Valerio Sanna, all'assemblea regionale del suo partito, la Margherita. Invitato dal coordinatore Antonello Soro a fare una relazione sul suo anno e mezzo di lavoro, Sanna si è soffermato sul tema più atteso, quello della predisposizione del Piano paesistico regionale. E ha confermato che entro la fine di novembre, nel pieno rispetto della legge salvacoste, la giunta adotterà il nuovo strumento di pianificazione. «Gli esperti del Comitato scientifico - ha detto Sanna - ci hanno detto che è un lavoro di buona qualità, anche in relazione a quanto fatto da altre Regioni». Quella di fine mese, da parte della giunta, sarà l'approvazione preliminare, che consentirà alla Regione di trasmettere il Piano ai Comuni per la pubblicazione. In questa fase, che durerà tre mesi, ci sarà l'istruttoria pubblica, anche con le Conferenze Regione-Province-Comuni. Dal momento dell'approvazione preliminare, scadrà il vincolo generalizzato di due chilometri dal mare e scatteranno i vincoli transitori, che resteranno in vigore, in ciascun territorio, sino a quando il Comune non adeguerà il Piano urbanistico al Piano paesistico regionale. I vincoli transitori di salvaguardia varieranno da zona a zona, secondo le caratteristiche del territorio e le esigenze di tutela. Dopo l'istruttoria pubblica, ci sarà un mese (per enti pubblici e cittadini) per inviare le osservazioni di merito. La giunta potrà accoglierle o meno. Subito dopo invierà il Piano al consiglio regionale (se ne occuperà la commissione Urbanistica) che avrà due mesi per esprimere il parere. Dopo di che, ci sarà l'approvazione definitiva da parte della giunta. «Confido - ha detto Sanna - che l'iter si concluda entro l'estate del 2006». Nel Piano paesistico ci sarà un'altra novità: il territorio è diviso in quattro livelli di qualità paesaggistica, definiti «ambiti omogenei di paesaggio» (nei vecchi Piani territoriali paesistici gli ambiti erano nove). Il Piano paesistici prevede un nuovo tipo di rapporto tra le istituzioni pubbliche, partendo dal nuovo principio costituzionale che ha messo Regione, Province e Comuni sullo stesso piano. «Da qui - ha spiegato Sanna - con le norme di accompagnamento abbiamo cercato di disciplinare il principio della co-pianificazione: ciascuno svolge la propria funzione, non isolandosi ma rendendola pubblica e mettendola a disposizione degli altri soggetti». L'esempio più significativo è quello della gestione delle zone F. Oggi succede che un Comune ritaglia nel proprio territorio le diverse zone (turistiche, industriali, eccetera) e poi vi colloca le volumetrie che ha a disposizione. Il Piano prevederà tre tipi di intervento: conservazione più o meno integrale (nelle zone da tutelare), della trasformazione (saranno soprattutto le zone che hanno già insediamenti e che possono ospitarne ancora) e della ristrutturazione (per migliorare la qualità e l'architettura degli stabili, come gli alberghi o le costruzioni dismesse dalle miniere o dalle amministrazioni militari, e dei borghi). Per smentire un doppio allarme lanciato anche di recente dalle opposizioni, Gian Valerio Sanna ha detto che «il Piano darà indicazioni precise, non darà spazio a decisioni discrezionali» e «non bloccherà lo sviluppo economico, ma lo governerà».
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