Pozzuoli: scava scava, ma non si trova un euro 13 NOV 2005 il Giornale di Napoli
Le parole non bastano, bisogna passare ai fatti». Con questa dichiarazione il "messicano", al secolo il sindacalista Gennaro Prebenda denuncia la situazione della necropoli di Pozzuoli. Lo scopo di tale conferenza è quello di rivalutare e salvare la città flegrea ed i suoi siti archeologici. Il "messicano", in lotta da anni contro la grande siesta della politica puteolana, ha sottoposto la questione all'attenzione del ministro e del viceministro dei beni culturali Antonio Martusciello, del senatore parlamentare del collegio e presidente del consorzio "Arcipelago Campano" Salvatore Lauro, dell'onorevole Emidio Novi, presidente commissione ambiente al senato, del presidente della Regione Antonio Bassolino e del sindaco di Pozzuoli Figliolia. «Senza memoria storica non c'è civiltà. - ha esordito Prebenda - Faccio presente ancora una volta che i nostri siti archeologici si trovano in una situazione di degrado e abbandono. Non si parla d'altro che di Pompei, e la nostra Pozzuoli? Forse la classe politica pompeiana ha valorizzato e continua a farlo i beni archeologici, mentre invece i nostri dirigenti politici hanno avuto solo la capacità di attingere i voti dai puteolani dimostrando indifferenza verso tale problema». «Si è detto che abbiamo uno dei parchi archeologici più grandi d'Europa, - ha proseguito il "messicano" - ma non si ha il coraggio di dire che è uno dei più sporchi del mondo. In conclusione posso dire che continuerò la mia battaglia civile insieme a tutti coloro che amano l'archeologia. Facciamo conoscere al mondo la nostra storia di ieri, perché quella di oggi contiene solo spazzatura».
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