OSTIA: Fregene, affiorano altri resti archeologici di ALBERTO BRANCHINI Il Messaggero (Ostia), 13 nov. 2005
I ritrovamenti nel corso dei sondaggi nei terreni dove stanno per partire alcuni progetti di urbanizzazione
Una sorpresa dopo l’altra dai sondaggi che vengono fatti sotto la sorveglianza della Soprintendenza di Ostia Antica per accertare eventuali presenze archeologiche nei terreni dove le imprese del gruppo Federici si accingono a costruire. Nell’area adiacente alla pineta affiora infatti una grossa anfora di terracotta di epoca romana e nei pressi di via Ortona le ruspe portano allo scoperto una strada che con tutta probabilità risale allo stesso periodo. Buon ultimo, un altro tratto di massicciata è venuto fuori nella zona di via Agropoli e potrebbe rappresentare la continuazione della strada scoperta in precedenza. Il rinvenimento dell’anfora, un contenitore per la conservazione di cibi come le olive o un’olla cineraria, viene messo in relazione con il pavimento a mosaico di epoca romana portato alla luce all’inizio del secolo scorso nella stessa zona, in prossimità di due impianti sportivi. Ma la cosa che fa più scalpore è la scoperta della strada. Una massicciata larga 5 metri, stretta ai bordi da basoli di 70 centimetri: per un archeologo fresco di laurea una strada romana, «perché i romani le strade le facevano anche in quella maniera». Per la Soprintendenza, invece, c’è bisogno di altri riscontri perché potrebbe trattarsi di basoli che sono stati riutilizzati; in più c’è qualcosa che non quadra nella tecnica di costruzione. Quello che è certo è che a partire dal quinto secolo d. C. tutta la zona era completamente disabitata e in preda alla malaria e pertanto non ci sarebbe stata ragione di andarci a costruire un’arteria così importante. C’è da aggiungere che la strada prosegue sottoterra anche dove ancora non si è scavato, avendo sulla sua direttrice da una parte la zona dei porti imperiali di Fiumicino e dall’altra la torre di Primavera, dove c’era la Fregene romana. Perciò tutto lascia ritenere che si tratti della via che collegava Porto con le città costiere di Fregenae e Alsium (Palo) che, con Ad Turres (Statua) e Pyrgi (Santa Severa), formavano un sistema di approdi finalizzato alla sicurezza della navigazione sottocosta. «In pratica – fanno notare alcuni cittadini – è la conferma di una cosa che abbiamo sentito dal più autorevole e scrupoloso ricercatore di notizie sulla zona, Giosue Carcaterra, e cioè che la via di Porto un tempo passava per Fregene». Ovvio che, in conseguenza di questi ritrovamenti, il progetto di urbanizzazione, specie per quanto riguarda la zona di via Ortona, dovrà essere rivisto. A meno che la Soprintendenza non ritenga che il manufatto della strada possa essere integrato nella lottizzazione: 25 mila metri cubi da edificare su una superficie di 18 mila metri quadrati, di cui 2 mila destinati a verde pubblico, 5 mila a parcheggi e mille alla viabilità locale. «Bisognerebbe fare in modo che la strada, che a occhio e croce viene a trovarsi nel punto in cui è in progetto un supermercato con parcheggio, opportunamente protetta, non fosse sottratta alla vista dei cittadini», dice Rosalba Loreti, ambientalista a tutto campo. E Franco Travaglini, presidente della Pro loco, non si lascia sfuggire l’occasione per alzare il tiro nei confronti del Comune di Fiumicino: «Fregene ha un motivo in più – osserva - per essere valorizzata. Prima di sfornare case a getto continuo, sarebbe ora che si rimediasse al degrado a cui è stata abbandonata».
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