Sabaudia - Giardino Anelli: «Nessun vincolo» di EBE PIERINI Domenica 13 Novembre 2005 Il Messaggero
/Il nuovo parere dell’avvocatura generale dello Stato sgombra il campo dai dubbi. Costruzioni legittime
Si chiude una vicenda durata decenni, la soddisfazione del sindaco Schintu
Il centro urbano di Sabaudia non è assoggettato al vincolo paesaggistico. A mettere nero su bianco è l’Avvocatura generale dello Stato che modifica così il precedente parere reso il 2 ottobre 2003 con il quale si esprimeva invece la sussistenza del gravame. Viene accolta di fatto la richiesta di revisione del parere formulata dalla Direzione regionale per i beni e le attività culturali del Lazio. Intervento che era stato sollecitato a marzo dal Comune di Sabaudia. L’Avvocatura aveva già in precedenza riconosciuto la legittimità dell’esclusione della zona costituita dal centro urbano di Sabaudia dal vincolo imposto con il decreto del 1967 per effetto della delimitazione effettuata con apposita planimetria. Ora riconosce anche che il decreto ministeriale del 22 maggio 1985, meglio noto come “galassino”, estende il vincolo ad una precisa area, che è quella della foresta planiziaria, senza però fare riferimento al nucleo urbano della città pontina. Il cambio di rotta dell’Avvocatura generale dello Stato avrà ripercussioni sul passato, sul presente, sul futuro. Era stato infatti il rilascio della concessione edilizia a costruire nell’ormai arcinota area del giardino Anelli a dare fuoco alle polveri della polemica relativa alla sussistenza del vincolo paesaggistico nel centro urbano di Sabaudia. Ne sono seguiti anni di polemiche, denunce e carte bollare, un processo, un vero e proprio tormentone mediatico. Circa 100.000 gli euro spesi dall’amministrazione comunale di Sabaudia per difendersi in giudizio nel corso del procedimento penale per la presunta illegittimità della concessione edilizia. Il dirigente comunale che all’epoca firmò il documento ha dovuto passare attraverso le forche caudine di un processo. Ora emerge che quella famosa concessione edilizia era pienamente legittima per insussistenza del vincolo paesaggistico nel centro urbano. La vicenda legale legata al giardino Anelli è giunta ormai a capolinea. Si attende solo una pronuncia del Consiglio di Stato: ultimo grado di giudizio nel contenzioso amministrativo. È ancora in corso invece il procedimento penale per l’analoga vicenda del cantiere Casalvieri. Questa pronuncia non potrà avere ripercussioni in merito. Di fatto in Comune si tira un sospiro di sollievo. La sussistenza di un vincolo paesaggistico avrebbe di fatto reso illegittime tutte le concessioni edilizie rilasciate, anche dalle precedenti amministrazioni, in base al Prg del 1977. «Si sarebbe potuto prospettare l’abbattimento del Centro Saudia e del Centro Commerciale di corso Vittorio Emanuele III per esempio. Se l’interpretazione definitiva non fosse stata questa le implicazioni sarebbero state gravissime - sottolinea il sindaco Salvatore Schintu - Gli uffici comunali avrebbero dovuto annullare le concessioni emesse, si sarebbero avviate decine di contenziosi con l’Ente che avrebbe dovuto spendere moltissimo denaro per difendersi in tribunale». «Il fatto che non vi sia un vincolo sul territorio comporta che non venga applicato il piano paesaggistico ma che si soggiaccia comunque al piano regolatore generale comunale del 1977 – aggiunge l’assessore all’Urbanistica Luca Mignacca - . E’ allo studio dell’amministrazione comunale l’ipotesi di proporre un’adeguata tutela delle facciate e dei viali di fondazione». Una pronuncia questa che segna una svolta e che forse spazzerà via il grumo di polemiche.
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