DAL GETTY MUSEUM Ora l’America restituisce i tesori rubati 12/11/2005 Il Mattino
Eccolo, lo splendido vaso di Asteas a figure rosse. Restituito dal Getty Museum con un’epigrafe di Selinunte e un candelabro etrusco. Fa bella mostra di sé in una sala della caserma romana dei carabinieri per la tutela dei Beni Culturali. Il ministro Rocco Buttiglione lo rimira soddisfatto e per un attimo torna professore: «Vedete quella figura?» dice «È una delle prime raffigurazioni del mito di Europa». Una restituzione importante. Dimostra che molti all’estero hanno capito che «l’Italia non è più terra di saccheggio, che non siamo più disposti ad accettarlo», sottolinea il ministro. Il lavoro da fare però rimane molto. Dal Getty nelle prossime settimane sono attesi anche due dipinti del pittore neoclassico Andrea Appiani oltre a una testa colossale dell’imperatore Traiano. Ma i tesori trafugati che ora fanno parte di collezioni all’estero o sono esposti nei musei americani e non solo, rimangono tantissimi. Lo stesso Getty, al centro delle polemiche per la vicenda della sua ex direttrice Marion True - che a giorni verrà processata a Roma proprio perché accusata di aver acquistato preziosi di provenienza illecita - tiene ancora nelle sue sale e nei suoi depositi decine di tesori nostrani. Come la Venere di Moresina e la statua di Lisippo, sulla cui restituzione il ministro si limita a un accenno: «Fra qualche settimana spero di potervi dare notizie precise». I tecnici del ministero sono ancora a Los Angeles insieme con uomini della procura. Un lavoro di grande sinergia: i carabinieri dei Beni culturali hanno lavorato insieme con i tecnici del ministero, la procura della repubblica, l’avvocatura dello stato, il ministero degli Esteri. Poi c’è stata la collaborazione degli americani, le forze dell’ordine, ma anche il museo. La convenzione firmata con gli Usa ha dato i suoi frutti, assicura Buttiglione, e ci sono molti procedimenti in corso: sono stati avviati contatti con diversi musei, innanzitutto con il Metropolitan Museum i cui tecnici, rivela il ministro, sono stati anche invitati a Roma. «Quello che è di proprietà del popolo italiano deve tornare ad essere di proprietà del popolo italiano. E la gente, qui come negli Stati Uniti, deve sapere che dietro i traffici illeciti di beni culturali c’è spesso la criminalità organizzata e anche di più: perché il traffico di beni culturali è una delle fonti di finanziamento del terrorismo internazionale», aggiunge Buttiglione. Intanto, il direttore del Museo Metropolitan di New York Philippe de Montebello sarà nei prossimi giorni a Roma per discutere il caso del cratere di Eufronio e di altri sette pezzi forti dalle collezioni del museo newyorkese ritenuti di provenienza clandestina dalle autorità italiane.
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