San Carlo, digiunano anche attori e assessori 12/11/2005 , Il Mattino
Toni Servillo, Nicola Oddati, Andrea Cozzolino, Gioacchino Lanza Tomasi, Lina Polito e Filippo Bubbico, presidente del Consiglio regionale della Basilicata. S’allunga sempre più la lista di quanti hanno aderito allo sciopero della fame a staffetta contro i tagli al Fus, il Fondo unico per lo spettacolo avviato da alcuni dipendenti del San Carlo dopo analoghe iniziative a Firenze e Bologna. Nonostante proprio ieri, in sede di approvazione al Senato, la legge Finanziaria abbia ridotto da 160 a 85 milioni di euro i tagli rispetto all’anno precedente, la manifestazione non si ferma. Anzi. Ed è lo stesso ministro ai Beni Culturali, Buttiglione, a non dimostrarsi entusiasta della cifra recuperata: «Ancora non ci siamo. Abbiamo bisogno di più risorse da destinare al Fus, ma soprattutto ad archivi, monumenti e musei». «C'è una maledetta mentalità - ha aggiunto - per la quale la cultura è un lusso e si può anche farne a meno. Quando le cose non vanno tanto bene per l'economia, la prima cosa da tagliare è proprio la cultura. È sbagliato. La cultura è essenziale per l'uomo. L'uomo vive di cultura e di arte, bisogna difenderla». «Il sostegno al mondo della cultura nel nostro Paese deve rappresentare un punto di riferimento indiscutibile della politica di qualsiasi governo di qualsiasi colore politico», ha detto invece Oddati che digiunerà martedì. «Alcuni onorevoli colleghi di Buttiglione - ha aggiunto l’assessore allo Sviluppo - devono capire che colpire la cultura non vuol dire colpire una parte politica, ma l'intero Paese nella sua dignità e immagine. Centinaia di turisti visitano quotidianamente Napoli e l'Italia per le nostre bellezze artistiche, ad esempio, e producono così anche sviluppo, ricchezza e benessere». Quanto ad Andrea Cozzolino, assessore all'Agricoltura e alle Attività produttive della Regione, spiega: «Il mio gesto vuole anche essere un invito ad altri rappresentanti della politica e delle istituzioni a manifestare il proprio disagio per una scelta che ostacolerebbe la crescita culturale del nostro Paese». «Credo sia doveroso portare solidarietà agli operatori dello spettacolo per gli annunciati tagli del governo che metterebbero a serio rischio circa 60 mila posti di lavoro in tutta Italia», ha aggiunto Cozzolino che sciopererà lunedì, insieme con Toni Servillo, in questi giorni già al lavoro al San Carlo per preparare il debutto del «Fidelio» con le scene di Mimmo Paladino che il 4 dicembre prossimo inaugurerà la stagione lirica. «Sono solo uno dei tanti che protesta contro i tagli», ha detto il regista che s’è aggiunto alla lista inaugurata lo scorso 4 novembre da Gianvito Rippa, seguito da Nino Mennella (coro), Luigi Ferrone (ballo), Michele Maddaloni (coro) e Bruno Imparato, direttore della programmazione. Al loro fianco ora anche il sovrintendente Lanza Tomasi: «Con questi tagli rischiamo la chiusura, per me è stato logico partecipare alla protesta», dice, «il nostro settore è sottoposto a una criminalizzazione, s’è detto che i teatri sono dei carrozzoni. Sono convinto che tutto può essere migliorato, ma con un piano di intervento, una riforma, un generale ripensamento delle attività, magari tenendo conto dell’esperienza europea con un’indagine sui costi. Questi tagli invece - ha aggiunto il sovrintendente - colpiscono solo chi lavora nel mondo dello spettacolo, sono tagli fine a se stessi. E questo non si può accettare».
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