Immobili, le accuse del Parlamento "Vendite poco chiare e fallimentari" La Repubblica, 11-11-2005
L'indagine della Commissione sugli enti previdenziali: solo 18 mila cessioni su 62 mila con un settimo dell'incasso previsto
ROMA — Solo 18 mila immobili venduti su 62.800 per un incasso di 1,12 miliardi contro una previ-sione sette volte maggiore (7,79 miliardi). La cessione di case, negozi e magazzini degli enti previdenziali è un flop: entrate ridotte e soprattutto scarsa trasparenza e poca chiarezza sui costi. Un fallimento certificato dal Parlamento con l'Indagine conoscitiva sulla dismissione del patrimonio immobiliare pubblico licenziata martedì scorso dalla Commissione enti gestori, l'organismo bicamerale che controlla l'attività degli enti di previdenza. La Commissione boccia «l'intera materia dell'alienazione del patrimonio immobiliare alloggiativo pubblico» e prevede la «concreta possibilità di un insuccesso dell'operazione». «Il giudizio è su entrambe le operazioni di dismissioni Scip 1, già conclusa, e Scip 2 che procede con ritardo rispetto al business pian a causa delle modifiche legislative che prevedono la vendita ai prezzi del 2001», spiega Francesco Maria Amoruso, presidente della Commissione. Le conclusioni arrivano dopo un lungo lavoro di senatori e deputati che hanno ascoltato il ministro del Tesoro, il sottosegretario delegato, Maria Teresa Armosino, esperti del settore e i presidenti dei consigli di amministrazione e di vigilanza degli stessi enti. La conferma del fallimento delle cartolarizzazioni (l'anticipazione degli incassi di vendite future) alza il velo sull'operazione cessione dopo che la Corte dei Conti aveva denunciato le vendite al rallentatore e il governo aveva dovuto prendere atto del "buco" creato nei conti. «Le Scip sono poco trasparenti - denuncia Tiziano Treu, già ministro del Lavoro e componente della Commissione - interi lotti sono stati venduti ai soliti noti a prezzi discutibili». Il governo ha cercato di fare cassa a tutti i costi con operazioni «dominate da una visione prettamente finanziaria» e con minore attenzione alle esigenze reali del mercato immobiliare. La Commissione, pur volendo fare solo una fotografia dell'andamento delle vendite, mette un vincolo forte alle prossime operazioni che dovrebbero portare entro l'anno altri 2,3 miliardi con la cessione delle caserme e il lancio di Patrimonio Uno (la nuova società perle dismissioni). Infatti i componenti della bicamerale si schierano con gli enti previdenziali che si oppongono alla cessione delle sedi e degli uffici di proprietà. «Per gli enti la vendita obbligatoria delle sedi - spiega Amoruso -andrebbe a ledere la loro autonomia e potrebbe compromettere le loro riserve tecniche, contemplate dalla legge a tutela dei futuri equilibri finanziari». Quindi, niente "espropri" o forzature, ma solo un contentino a governo e enti: gli immobili di pregio non potranno essere declassati per facilitarne la vendita. Sarebbe un ulteriore regalo per chi «ha avuto accesso agli immobili non certo sulle base di graduatorie o perché appartenenti a categorie disagiate». Insomma niente più regali ai protagonisti di "affittopoli".
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