FANO “San Michele, venduto il gioiello di famiglia” GIUSEPPE FOGHET Corriere Adriatico, 11/11/2005
Il Comune ha ceduto alla Fondazione Carifano la proprietà dell’immobile valutato dall’Agenzia delle Entrate circaquattro milioni di euro, con l’impegno di restaurarlo La maggioranza firma l’accordo per la permuta con palazzo De’ Cuppis. L’opposizione insorge
FANO - Non vendete il gioiello di famiglia è stato questo l'appello espresso dal gruppo consiliare dei Ds a proposito di palazzo San Michele.
E' mancato l'accordo pieno in consiglio comunale, mercoledì sera, sulla permuta tra il Comune di Fano e la Fondazione Cassa di Risparmio di palazzo San Michele e palazzo De' Cuppis. I più determinati oppositori alla cessione di palazzo San Michele da parte del Comune sono stati i Democratici di sinistra, i quali, intervenendo uno per uno sul danno che il patrimonio pubblico dal punto di vista economico, ma più ancora il patrimonio dei beni culturali in possesso del Comune, avrebbe ricevuto dalla alienazione del palazzo più bello della città, hanno tentato di ostacolare il progetto.
La delibera tuttavia è stata approvata a maggioranza, dopo un lungo dibattito. Questi i termini dell'intesa: il Comune cede alla Fondazione Carifano la proprietà di palazzo San Michele, valutato dall'Agenzia delle entrate per una cifra di 3.915.000 euro.
La Fondazione si impegna a restaurarlo, attivando il primo stralcio funzionale dei lavori entro il 2006. La spesa calcolata per ridare a palazzo San Michele il suo originario splendore è stata calcolata in 1.600.000 euro. Dopo di che la Fondazione si è impegnata a ridare in uso al Comune per fini socio-culturali, per un periodo di vent'anni; ma il comodato d'uso è rinnovabile su semplice istanza del Comune stesso. Da parte sua la Fondazione cede al Comune di Fano palazzo De' Cuppis, che la stessa ha acquistato dalla Cassa di Risparmio Spa, per una somma di 3.900.000 euro (sempre secondo la valutazione del Catasto), impegnandosi a versare in compensazione la somma di 15.000 euro.
I primi fuochi in consiglio sono stati accesi da Claudio Uguccioni dei Ds, il quale ha giudicato inestimabile, proprio per il suo valore storico e culturale, palazzo San Michele. Ed in fin dei conti il suo degrado non è così generalizzato come si vorrebbe far credere. I danni dell'incuria infatti hanno inciso in modo particolare sulla facciata, sul tetto soprastante e sulla famosa sala che un tempo serviva alle riunioni cittadine, che presenta il soffitto sfondato. Il resto del fabbricato continua ad ospitare l'ufficio patrimonio del Comune, l'ufficio del Difensore civico, i servizi della Asl e altre pertinenze; quindi sempre secondo Uguccioni il risanamento non costerebbe una cifra insostenibile.
Altra eccezione: la stima della chiesa, valutata appena 240.000 euro, meno di un appartamento del centro storico. Ed infine rimangono tutte le incognite sulla utilizzazione dei due fabbricati espressa solo genericamente in delibera. Per Renzo Rovinelli è risibile la differenza di soli 15.000 euro tra il valore dei due palazzi, uno risalente al Cinquecento, l’altro più tardo, ma architettonicamente meno pregevole, anche se più ampio rispetto al primo. Palazzo San Michele si estende su una superficie di 1.572 metri quadrati, mentre palazzo De’ Cuppis misura 1.675 metri quadri. Ma in questo caso il valore non si può misurare in metri quadri: nel San Michele la storia romana si è unita a quella medioevale, tanto che la facciata della chiesa è stata realizzata in parte con le pietre cadute dall’attico dell’Arco di Augusto. Perdere un simile bene è un grave errore! Di tutt’altro parere è stato il sindaco la giunta e tutta la maggioranza. L’operazione infatti permetterà alla cittadinanza, al di là della proprietà di usufruire dei due palazzi, oggi inaccessibili.
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