Campania, tutela ambientale. Cundari: Il paesaggio è una risorsa di Giovanni Brancaccio 09/11/2005, Il Denaro
Sviluppo economico e tutela del paesaggio non sono incompatibili. La crescita può avvenire nel rispetto dell’ambiente anche se ciò comporta dei costi. In questo quadro la Campania è una regione ricca con zone potenzialmente in grado di produrre ricchezza ma ancora da valorizzare, come le aree interne. Lo afferma l’assessore regionale alle Politiche del territorio Gabriella Cundari, illustrando gli obiettivi della Conferenza degli enti territoriali europei per l’attuazione della Convenzione europea del paesaggio (rete di cui la Regione è capofila) in programma il 2 e 3 dicembre a Napoli, presso l’Hotel San Francesco al Monte. L’evento è promosso dall’Assessorato al Governo del territorio della Regione sotto l’Alto patrocinio del Congresso dei Poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa. ***
Domanda. Assessore Cundari, quali sono gli obiettivi della Convenzione europea del paesaggio? Risposta. Quello fondamentale è stato sancito nel 2000 con la Carta di Firenze: considerare il paesaggio europeo come un bene da tutelare a prescindere dal suo valore concreto. E’ stata quindi costituita una rete di enti, la Recep, che si occupa di tradurre in pratica questo principio. D. Rete di cui la Regione Campania è capofila. R. Già. In quel periodo la Campania era balzata agli onori delle cronache raggiungendo i primi posti in Europa per presenza di parchi e aree protette: fu il presidente Bassolino a proporre una rete europea e a candidare la Regione quale ente capofila. D. Quali atti concreti la Regione ha già compiuto nella veste di leader dell’iniziativa? R. E’ stata promossa una prima riunione aperta ai rappresentanti degli enti territoriali, e a esperti di fama internazionale, per definire il concetto stesso di paesaggio e cosa s’intendesse fare per proteggerlo. Per quanto riguarda la Campania, in quell’occasione furono poste le basi per la firma della Carta di Padula. D. Di che cosa si tratta? R. E’ un documento che impegna i soggetti protagonisti della pianificazione territoriale e paesistica nella regione ad applicare nelle rispettive scelte urbanistiche i principi sanciti dalla Convenzione europea del paesaggio. L’intesa, fu siglata nella Certosa di Padula dalla Soprintendenza regionale, dai Parchi campani sia regionali che nazionali, dalla cinque Province e dalla direzione generale dell’Ufficio scolastico regionale. Un primo atto concreto, dunque, al quale fa seguito ora la Conferenza promossa a Napoli il 2 e 3 dicembre su sollecitazione di Giovanni Di Stasi, presidente del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d'Europa. D. A che punto siamo, in Campania, quanto a coscienza paesaggistica? R. La popolazione percepisce molto più gli elementi negativi che quelli positivi: di un’area deturpata ci si accorge subito, mentre molte zone protette e bellissime non sono conosciute quanto in realtà meriterebbero. D. Esiste un conflitto tra sviluppo economico e tutela dell’ambiente? R. Assolutamente no. Alcuni mali del nostro territorio sono imputati allo sviluppo, ma le cose non stanno così e se ne devono rendere conto sia le amministrazioni che la popolazione. Certo, lo sviluppo sostenibile ha dei costi ma vale la pena sostenerli se si pensa ai vantaggi che ne derivano. D. Ad esempio? R. In Campania abbiamo paesaggi unici. Si tratta di risorse che attendono solo di essere mobilitate: come le aree interne, ancora incontaminate ma poco note agli stessi campani: se conoscessimo le nostre bellezze probabilmente ci penseremmo su prima di andare a cercarne delle altre in giro per l’Italia o all’estero. 9-11-2005
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