ROMA: II capolavoro e la chiesetta spoglia Marco Lodoli DOMENICA6 NOVEMBRE 2005 la Repubblica
IL QUADRO che visse due volte, ecco ciò che andremo a vedere questa domenica! Il Guercino viene considerato un grande minore, chissà, forse anche per colpa di quel soprannome non certo esaltante per chi dedicò la vita alla pittura. E' come se un pianista fosse chiamato il Monco, o un ballerino lo Zoppetto. Fatto sta che il Guercino pare che davvero avesse un occhio di meno, eppure questa menomazione non gli impedì di guardare con l'unica pupilla sana la pittura veneziana e di introdurre la lezione cromatica di Tizia-no nel corpo del classici-smo romano. Una sua opera notevole, la Trinità fra gli angeli, sta in una cappella laterale di Santa Maria della Vittoria, la chiesa che i turisti visitano per ammirare l'estasi di Santa Teresa del Bernini. E in effetti, in mezzo al vortice barocco della chiesa, tra stucchi, marmi, angeli e dorature, quel quadro può passare quasi inosservato. Sembra uno delle tante op ere del Seicento ro -mano, che alza una schiuma ombrosa e in quella schiuma si perde. E' un problema di percezione: l'eccesso inghiotte ogni particolare. Lo stesso quadro, però, lo ritroviamo a San Nicola in Carcere, una chiesetta accanto all'Anagrafe, su via del Teatro Marcello Non si sa quale sia l'originale e quale il doppione, ma questa volta il quadro ci sembra un capolavoro assoluto, indimenticabile. Cristo è seduto tra uno stuolo di angeli musicanti, è atletico e severo, ha il braccio alzato a indicare la Colomba dello Spirito e il Padre che lo chiama dall ' alto. I colori sono accesi, la composizione perfetta, e si rimane ipnotizzati di fronte a questa ispiratissima rappresentazione del mistero della Trinità. Eppure il quadro sta su una parete spoglia, ha qualche goccia di pittura bianca caduta sulla tela durante una rinfrescata dell'intonaco, da un lato gli pendono addosso fili elettrici scollegati: e forse proprio per questo risalta in tutta la sua bellezza. E' una per la incastonata nel fil di ferro, un lampo nel cielo grigio. E' identico all'altro, ma è completamente un'altra cosa, perché i nostri occhi lo amano di più.
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