Oltraggio a Palazzo Venezia una veranda sulla loggia del '400 ANNA MARIA LIGUORI D0MENICA6 NOVEMBRE 2005 ROMA CRONACA LA REPUBBLICA
LA LOGGIA coperta in laterizio nel cortile interno di Palazzo Venezia, che sovrasta il porticato ideato dal papa veneziano Paolo II nella seconda metà del '400, sta per perdere il suo posto nella storia dell'architettura italiana: finestroni di ferro, in rigoroso stile inglese, su cui verranno montati quadratoni di vetro, la stanno trasformando in una veranda da villa di periferia, pesante, grigia, kitch quanto basta per far inorridire chi dell'arte monumentale fa una religione. Una volta tappate tutte le arcate che il suo ideatore costruì in omaggio al Colosseo si passerà, come guardando un velocissimo videoclip, dal rinascimento all'ottocento anglosassone e campagnolo. Un volo niente male, visto che viene fatto sotto l'occhio vigile della Soprintendenza per i Beni artistici e storici di Roma che ha la sua sede proprio nel Palazzo, e sotto l'egida di Claudio Strinati, soprintendente statale al Polo museale di Roma. I lavori sono in corso.
Le finestre già saldate bucando la martoriata pietra che ha resistito millenni senza nessun trapano la profanasse, impoveriscono il contesto e limitano l'orizzonte dello stupendo cortile acuì si accede da Piazza San Marco. L'elegante loggia accanto alla basilica di San Marco diventerà il luogo ideale per pranzi e cene, feste di nozze e battesimi, il tripudio per una ditta di catering se mai potesse averla in affitto. Non si conosce il motivo del "risistemazione". Nel palazzo si vociferano strane congetture, che quello spazio «andava perso», che in questo modo potrà «essere utilizzato» per «riunioni e cene». Nulla di certo, nulla di verosimile. Nemmeno la tesi della tutela dagli «agenti atmosferici» regge a tanto scempio, visto che la stragande maggioranza dei professionisti del settore sposano la tesi della «trasparenza costruttiva» affidata a barriere solide e di materiale "invisibile" persino in interventi su edifici moderni e di dubbio pregio strutturale. Un concetto che, a quanto pare, non vale per un monumento che ha sede nel cuore del centro storico della capitale, all'interno di uno dei siti storico-architettonici più visitati al mondo. I numerosi lavori di restauro e di modificazione, fatti nel corso dei secoli, ed in ultimo nel '900, non avevano finora fondamentalmente mutato il carattere originario del palazzo che rimane il più completo e importante esempio di architettura quattrocentesca romana. Ma da ora in poi tutto cambia. Intanto sono sospese le visite ed è vietato l'ingresso al cortile, nessuno escluso. Ieri un gruppo di architetti francesi si è visto negare l'accesso, benché previsto da depliant e guide (sabato e domenica, ore 11.30), il numero telefonico delle prenotazioni non è attivo e quello di Palazzo Venezia rimanda l'ingresso ai cortili e al "giardino segreto di Paolo II" a data da destinarsi. Causa: lavori urgenti di restauro. I vari enti che hanno casa nel palazzetto San Marco e centri culturali, quali L'Istituto nazionale di Archeologia e Storia dell'Arte, non sembrano fare troppo caso ai finestroni che gli operai installano nella quiete più assoluta. Solo un'anziana professoressa di storia dell'arte ormai in pensione ieri picchettava la piazzetta antistante il palazzo, beveva nervosamente alla fontanella a forma di Pigna simbolo del Rione e ripeteva rassegnata a voce bassa: «Per anni ho portato i miei alunni e vedere la loggia. Mai avrei pensato che sarebbe sparita...».
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