Pio Baldi: "Così diventano monumenti alla creatività" (m. n. d. l.) la Repubblica 01-11-2005
Pio Baldi, direttore del progetto, spiega come fermare il degrado di molti capolavori contemporanei
ROMA — Pio Baldi, lei dirige la Darc, la direzione generale per l'architettura e l'arte contemporanea del ministero dei Beni Culturali. Quali sono i criteri con cui definite un'opera "monumento" e la inserite nel catalogo? «I criteri sono tre. Il primo è bibliografico. Calcoliamo cioè quante volte e con quanta importanza quell'edificio viene citato e descritto in testi di architettura, in guide importanti, su riviste specializzate. Il secondo criterio è la "firma", l'autore. Se il palazzo, la scuola o il grattacielo sono stati disegnati da uno dei grandi architetti italiani di questi ultimi cinquant'anni entra di diritto nella lista dei monumenti. Il terzo criterio invece è di tipo tecnologico».
Riguarda cioè le tecniche di costruzione, la loro precisione, il loro carattere innovativo?
«Esattamente. Si tratta di opere che hanno segnato un punto di svolta perle soluzione trovate, come ad esempio, a Roma, il palazzo dello Sport di Nervi».
Quali sono i rischi per i monumenti dell'architettura contemporanea?
«I rischi sono essenzialmente due. Il degrado degli edifici, costruiti con materiali che invecchiano rapidamente, a cominciare dal cemento armato, e l'uso che viene fatto di questi luoghi spesso del tutto improprio. Il fine primario del censimento è quindi quello di individuare le opere da salva -re e proteggere, potendo destinare così al loro recupero fondi e sovvenzioni».
|