Caro-Cultura, l'Italia non teme concorrenti Pamela De Pasquale Il Salvagente 03-NOV-2005
Gli italiani a dieta, anche dopo l'estate. Non si tratta però dei soliti trattamenti snellenti che seguono abbondanti mangiate, ma di quel digiuno forzato che costringe molti a tenersi lontani da eventi culturali o prodotti mediali innovativi a causa del loro costo elevato. È una recente indagine dell'e-Media Institute a fare il punto sulla situazione del caro-cultura nel nostro paese, mettendoci a confronto rnn Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna. Dallo studio, che identifica un paniere di 11 prodotti diversi - dalla tv al cinema, dalla musica ai videogioehi per arrivale a libri e riviste - emerge come l'Italia sia al secondo posto (dietro la Gran Bretagna) nella classifica delle nazioni più care se si sommano le singole voci di spesa mentre se si considerano diversi "menu mediali' (spartano, intermedio o ricco) la situazione tende generalmente a migliorare. Un altro dato interessante è l'ampiezza del campo di variazione tra i vari "menu". Per una famiglia abitante in uno dei 5 paesi scelti dall'analisi, una dieta multimediale basica (canone tv, 4 biglietti di cinema, 2 ed audio e 2 Dvd, un quotidiano alla settimana, 16 tra settimanali e mensili, un videogioco e 2 best-seller) costa tra 400 e 500 euro l'anno senza contare i libri scolastici, le spese di telefonia mobile o fissa e l'accesso e una tv "premium") può arrivare a costare tra 2.100 e 2.800 euro in un anno, senza considerare tutte le altre spese culturali (come musei, teatri, concerti). Curiosando tra le varie voci di spesa, si vede come stiano assumendo un ruolo da protagonisti nei consumi delle famiglie i prodotti tecnologici di nuova generazione, legati al boom multimediale. Sulle 11 voci prese in considerazione, ben 5 non possono ancora definirsi a pieno titolo "tradizionali": sono la pay tv, cd audio (che hanno ormai sostituito le cassette e i più voluminosi e fragili antenati in vinile), i Dvd, i videogiochi tascabili e per il televisore. In quest'ultima fetta di mercato, la più avanzata frontiera del marketing non punta più solo su bambini e ragazzi, ma tenta di conquistare anche i quarantenni, una potenziale e ricca clientela di adulti sulla quale veicolare prodotti dedicati. Ne è la prova l'ultima operazione di rilancio di Playboy, lo storico magazine delle conigliette: a dispetto dei suoi 50 anni, il fondatore della rivista Hugh Hefner è convinto di risollevare dalla crisi l'edizione cartacea offrendo anche una più discreta fruizione del prodotto via Internet, con tanto di gadget correlati e di videogame a base di morbide curve non più patinate, facilmente scaricabili dal web. L'operazione è partita a metà settembre, i risultati sono tutti da verificare. |