Arte, quelle ferite aperte Letizia Cini La Nazione - Firenze, 04/11/2005
Nere e dense, arrivarono le acque dell'Arno. E devastarono tutto: anche sul fronte del patrimonio artistico, seguirono mesi di intenso lavoro. Dopo i primi momenti di angoscia, si sviluppò un movimento di solidarietà senza eguali. Tante le forze impegnate al laboratorio del Restauro della Fortezza da Basso, inventato sul momento e diretto da Umberto Baldini (nella foto in alto, tratta dal libro di Giulio Tornili, mentre esamina il Cristo di Cimabue). Le opere maggiormente danneggiate, in particolare le tavole su legno, vennero posizionate in un deposito all'interno del giardino di Boboli, con un'altissima presenza di umidità, affinchè il restringersi del legno non provocasse l'effetto onda sulle superifici. Nel frattempo, esperti in restauro lavoravano sulle opere meno compromesse. «Si inventarono nuove modalità di intervento, soprattutto per gli affreschi, che venivano staccati», racconta il professor Baldini. Vicedirettore del Laboratorio, all'epoca, Paolo Dal Poggetto: toccò a lui seguire la grande mostra di ringraziamento ner la mobilitazione interna- zionale per Firenze, che fu allestita in tutte le capitali europee. Nel 1966 Umberto Baldini era direttore del Gabinetto dei Restauri della Soprintendenza, e fu tra coloro che fecero uno sforzo enorme per salvare i capolavori di Firenze. Professore, come sono state protette oggi le opere d'arte contro le alluvioni? «Abbiamo fatto in modo, là dove possibile, che non siano più a portata di acqua, come in Santa Croce. Il Crocifisso di Cimabue può essere alzato tramite una manovella che si trova nel convento" Il suo rammarico? «Veder dissolversi tanti soldi per organizzare mostre, quando ci sono importanti opere danneggiate dall'alluvione ancora 'velinate'» Un esempio? «L'Ultima Cena del Vasari: solo un anno e mezzo fa è stata trasportata nei laboratori dell "Opificio" per essere restaurata. Ma ci sono voluti quasi quarant'anni!». E' andata peggio a tutte quelle opere ricoverate nella Limonaia di Villa Corsini, a Castello. Ai quadri e agli affreschi danneggiati da quel lontano 4 novembre 1966, ancora in attesa... |