Forti austriaci presto all’asta Legambiente denuncia il pericolo che le strutture militari passino ai privati di Enrico Santi Giovedì 3 Novembre 2005 L'Arena
Il Parlamento ha reso più facile la vendita di Santa Sofia, Santa Caterina, Lugagnano e dell’aeroporto militare di Boscomantico
«Fortificazioni che fanno parte del sistema delle mura»
Comprare i forti austriaci messi in vendita dal ministero della Difesa, in quanto «non più utili ai fini istituzionali» sarà più semplice. Il «pericolo» che le strutture militari diventino di proprietà privata riguarda anche alcune strutture costruite dagli austriaci nel Veronese, forte Santa Sofia, forte Santa Caterina e forte Lugagnano, e l’area dell’aeroporto militare di Boscomantico. «Il Parlamento, nei giorni scorsi», fa sapere il presidente provinciale di Legambiente, Michele Bertucco, «ha ratificato un decreto legge del Governo che semplifica, e quindi accelera, le procedure previste dal precedente decreto del 28 febbraio 2005 che autorizzava la vendita ai privati di 240 immobili in tutta Italia». Questa operazione dovrebbe fruttare alle casse dello Stato circa un miliardo di euro. Per acquistare le tre fortificazioni veronesi non s’è fatto ancora avanti nessuno, ma le preoccupazioni di chi vorrebbe che diventassero patrimonio pubblico, per il loro valore storico e ambientale, si sono acuite. «Lo Stato li ha messi in vendita, ma secondo il cosiddetto codice Urbani dovrebbero, invece, essere dichiarati incedibili», esclama Albino Perolo che si occupa, per conto di Legambiente, delle questioni che riguardano il parco delle Mura. «La città di Verona», continua l’esponente ambientalista, «è stata dichiarata patrimonio dell’umanità e queste fortificazioni sono l’estensione nel territorio di quella particolare architettura militare che caratterizza la struttura architettonica della nostra città. Inoltre, si trovano in zone di collina e lungo l’Adige che si vogliono tutelare e che potrebbero entrare a far parte di un percorso storico-naturalistico. Non si tratta di salvaguardare solo gli edifici ma anche le vaste aree che ci stanno intorno, quindi rinnoviamo il nostro appello a far sì che i cittadini veronesi non perdano questo patrimonio. Speriamo che Comune di Verona e Soprintendenza ai beni architettonici si diano da fare». Aggiunge Bertucco: «Dopo l’approvazione del Pat, il piano d’ambito territoriale, le possibilità di garanzia e di salvaguardia sono aumentate rispetto a qualche mese fa e il Comune potrebbe esercitare un diritto di prelazione su queste strutture». Diego De Carlo, presidente della Commissione consiliare per la valorizzazione dell’architettura militare, fa sapere che «allo stato, per forte Santa Sofia e le altre due fortificazioni austriache, non è ancora stato fissato il prezzo di base d’asta, né si sono fatti avanti possibili acquirenti». E annuncia: «Ai nostri esperti legali abbiamo chiesto di verificare se il Comune può far valere un diritto di prelazione. Se associazioni o realtà di volontariato ci presentassero dei progetti di utilizzo di questi edifici, potremmo considerare l’opportunità di acquisirli noi come Comune. Ma allo stato attuale si tratta solo di un’ipotesi tutta da valutare e da verificare. Abbiamo chiesto un incontro a Roma con il sottosegretario competente proprio per poter avere il quadro preciso della situazione».
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