Civiltà romana, un museo da salvare ADRIANO LA REGINA La Repubblica, Cronaca di Roma, 3 novembre 2005
Contiene un vero e proprio tesoro per lo studio del mondo antico
La raccolta dell'Eur compie 50 anni
Calchi di opere d'arte e di documenti epigrafici l'esposizione delle e plastici di architetture Vi si vorrebbe trasferire scenografie dell'Opera Civiltà romana, un museo da salvare La raccolta dell 'Eur compie 50 anni No allo smantellamento
COMPIE cinquant’anni il Museo della civiltà romana, nato da una straordinaria raccolta documentaria e dall'ordinamento di materiali a cui si è lavorato nella prima metà del Novecento con la generosa partecipazione di istituzioni italiane e straniere. Vengono ora formulate proposte di un suo smantellamento, di cui si è appreso dalla stampa, senza che si abbia una esatta cognizione del suo valore e delle sue potenzialità, per poterne destinare i locali all'esposizione delle scenografie del Teatro dell'Opera. Si tratta infatti di un museo negletto e mortificato, in buona parte ridotto a magazzino, che ha sempre trascorso una grama esistenza per il peccato originale della funzione ideologica attribuitagli dal fascismo. Contiene un vero e proprio tesoro di informazioni e di strumentazione didattica per lo studio del mondo antico: calchi di opere d'arte e di documenti epigrafici, plastici di architetture e di impianti urbani, ricostruzioni di macchine, di strumenti e di oggetti d'uso, e persino il grande plastico della città di Roma come possiamo immaginarla in età tardo antica, così frequentemente riprodotto nelle trattazioni divulgative di antichità romane. Alcune riproduzioni hanno un valore assoluto per lo studio di opere d'arte e di documenti che nel frattempo si sono deteriorati o sono stati distrutti. In molti casi è inoltre possibile esaminare da vicino i calchi di sculture altrimenti inaccessibili, come i rilievi della colonna di Traiano, ordinatamente esposti ad altezza d'uomo. Tutto questo materiale è distribuito in spazi grandiosi, la cui altezza consente la ricostruzione di edifici per l'altezza di dieci metri. Vi è esposta tra l'altro la riproduzione a grandezza naturale del pronao del tempio di Augusto ad Ankara con il calco del testo delle imprese dell'imperatore inciso sulle pareti, il celebre «monumentum Ancyranum». Le sale ospitano ben 59 sezioni con uno sviluppo parietale di circa tre chilometri. La documentazione è imponente, e il museo costituisce certamente la più importante struttura oggi esistente, non solo in Italia, per rappresentare le nostre conoscenze su tanti aspetti del mondo romano. Fu inaugurato nella sua sede dell'Eur nel 1955 dopo una lunga storia che ha origine nel 1911 quando, in occasione di una grande mostra archeologica tenuta nelle Terme di Diocleziano per celebrare il cinquantenario del Regno d'Italia, furono riprodotti molti monumenti di località che avevano fatto parte dell'impero romano, dalla Britannia alla Mesopotamia. Questo materiale costituì il primo nucleo del Museo dell'impero romano, che fu ospitato dal 1929 nell'edificio di via dei Cerchi, allora ristrutturato per essere il Palazzo dei musei, ora sede di uffici comunali e dell'anagrafe elettorale, che il Comune ha giustamente deciso di destinare nuovamente a museo. La raccolta si accrébbe di un altro ingente nucleo di preziosissimi documenti in occasione della Mostra augustea della romanità, tenuta nel bimillenario della nascita di Augusto (1937) per celebrare il regime fascista che della romanità si proclamava erede e rinnovatore. 11 Museo dell'impero romano svolse un ruolo importante nell'ideologia della Terza Roma, al punto che nel nuovo quartiere dell'EUR, l'Esposizione universale di Roma prevista per il 1942, fu costruita la sede monumentale che tuttora lo ospita su progetto di Pietro Aschieri e altri (1939).Ilmuseo fu portato a compimento sola-mente dopo la guerra, cinquant'anni fa, secondo l'intento originale e con il nome attuale di Museo della civiltà romana. L'importanza dei materiali che vi sono custoditi, e l'interesse che tuttora essi riscuotono nel mondo degli studi, ne hanno assicurato la sopravvivenza nonostante i ripetuti tentativi di manomissione o di smantella- Adriano mento che si so- La Regina no succeduti per svariati motivi, non ultimo quello della appetibilità della sua sede. Il Museo supererà anche le presenti difficoltà, e il Comune ne saprà certamente garantire il recupero. Se così non fosse, con la separazione dei documenti della ro-manità dall'architettura concepita per ospitarli perderemmo un raffinato esempio di rappresentazione del programma culturale fascista, il cui interesse storico a sessant'anni dalla fine del regime oltrepassa sicuramente quello di qualunque coinvolgimento ideale o politico. Il Museo della civiltà romana può insomma rinnovarsi pur mantenendo i caratteri originali e adottando nel contempo strumenti che ne possano arricchire la capacità di comunicazione delle conoscenze sul mondo antico. Le nuove tecnologie offrono infatti la possibilità di farne un museo moderno e affascinante, in cui la documentazione tradizionale può essere integrata con l'impiego della realtà virtuale.
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