Anche lo stadio di Pescara tra le architetture “eccellenti” ROBERTA ZIMEI Il Messaggero, Abruzzo, 3 novembre 2005
PESCARA - Sono cinque le architetture “eccellenti” del secondo Novecento abruzzese che in questi giorni hanno suscitato l’interesse del Ministero per i beni e le attività culturali. Lo stadio Adriatico di Luigi Piccinato (1952) e Palazzo Monti di Antonio Cataldi Madonna (1954) a Pescara, la chiesa di San Franco di Ludovico Quaroni (1948-52) e il MuMi di Mosè Ricci e Filippo Spaini (1991-97) a Francavilla e la nuova sede del Rettorato nel campus universitario di Chieti Scalo, realizzata da Pepe Barbieri, Adalberto Del Bo, Carlo Manzo e Raffaele Mennella. Solo cinque? «Ma no, è tanto per dare un esempio», spiega Pio Baldi, direttore della Darc (la direzione generale per l’arte e l’architettura contemporanee). «Architetture d’eccellenza d’accordo, ma non le sole né le più importanti della regione, - continua l’architetto romano - fra quelle da tenere d’occhio per salvaguardarle dal probabile declino». E’ partito così il progetto nazionale promosso dalla Darc, con il contributo del servizio di Architettura contemporanea diretto da Margherita Guccione e realizzato in collaborazione con 16 università italiane e con le Sovrintendenze regionali, che prevede una mappatura delle opere architettoniche italiane che vanno dal dopoguerra ad oggi, per promuoverne la conoscenza e la tutela. A individuare gli edifici doc abruzzesi ci ha pensato la commissione scientifica della facoltà di architettura della d’Annunzio, diretta dal preside Alberto Clementi e da Mosè Ricci, che ha selezionato 115 architetture (anche per il Molise) di cui 21 sono quelle considerate “capolavori assoluti” e che hanno quindi una priorità per gli interventi previsti. Un’operazione che porta, intanto, benefici immediati al patrimonio architettonico contemporaneo della regione: «La Darc, su richiesta della sovrintendenza potrà infatti richiedere un contributo per la manutenzione dei più importanti edifici a rischio», afferma Baldi. Ma anche se i finanziamenti non arrivassero, ecco pronte alcune “forme di garanzia” che ne salvaguardano almeno il buon nome. Quali? Il riconoscimento del diritto d’autore, che impone il rifacimento eventuale dei monumenti da parte degli architetti che li hanno progettati e la messa a punto di una lista di eccellenza, a costo zero, il cui solo farne parte attribuisce un particolare valore alle opere. Forme di protezione per gli edifici d’autore, assicura Pio Baldi, con l’esclusione, almeno nelle intenzioni, di sottoporre a vincolo i monumenti più importanti, nell’ottica di prendere “provvedimenti incentivanti e non di divieto”. Dalla parte delle opere architettoniche anche le schede messe a punto dagli esperti sulle singole architetture che diventano, spiega il responsabile scientifico della ricerca, Mosè Ricci, un manuale di istruzioni per l’uso nel caso di eventuali restauri o rifacimenti. La scelta delle architetture blasonate della regione è stata guidata da alcuni criteri selettivi indicati dalla Darc, fra cui la pubblicazione dell’opera nella pubblicistica italiana e straniera, il valore innovativo della ricerca e dei metodi costruttivi o la rilevanza del progettista nel panorama nazionale e internazionale. Via dunque alla scoperta del patrimonio architettonico delle nostre città, spesso ignorato perché non se ne conosce il valore. La soluzione c’è: «Questa iniziativa – conclude Ricci - ci permetterà di costruire una vera e propria guida alle architetture regionali con proposte di percorsi turistici».
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