Roma. Metro, il cantiere divide la città. Catacombe e reperti: i cantieri devono frenare Il Messaggero, 3 novembre 2005
E’ uno dei nuovi cantieri che più preoccupa il Campidoglio: deve sorgere all’incrocio fra viale Manzoni e via Emanuele Filiberto, avrà un effetto molto pesante sulla circolazione in un’area nevralgica della Capitale e del suo Centro storico. Rientra nel piano di interventi di Amla3, quello per l’ammodernamento della linea A della metropolitana che prevede, fra l’altro, la completa ristrutturazione della stazione Manzoni. Il via è previsto dopo gennaio, ma ancora si sta dibattendo sul modo di procedere e sul calendario dell’operazione. Per ridurre i tempi del cantiere in superficie (i lavori complessivamente devono durare due anni) la società che sta realizzando l’opera ha proposto di chiudere, per un certo periodo, la stazione Manzoni. All’assessorato alla Mobilità stanno riflettendo, perché comunque la chiusura di una stazione potrebbe causare altri problemi. Spiega l’assessore Mauro Calamante: «Vogliamo ridurre un equilibrio fra la necessità di svolgere in tempi rapidi lavori necessari per una metropolitana moderna e l’esigenza di ridurre al massimo i disagi per i cittadini». Intanto, gli altri interventi di ammodernamento della linea A hanno incontrato per strada alcuni imprevisti: il ritrovamento di alcuni reperti archeologici. Per Ponte Nenni, invece, dopo un periodo di chiusura, si è scelto di lavorare soprattutto di notte. Intanto, per oggi si prevedono disagi sulla Nomentana dove è prevista la fiaccolata vicino all’ambasciata dell’Iran.
Si chiamano pozzi di ventilazione e il loro adeguamento è importantissimo in questi trentasei mesi di lavoro di ammodernamento della linea A, che interessano soprattutto, ma non solo, il tratto fra la stazione di Colli Albani e Termini (esclusa). Ma è proprio questo tipo di opera sta riservando molte sorprese agli operai, anche se forse in una città come Roma non si può proprio parlare di sorpresa. Primo intoppo mentre si scavava per il pozzo a piazza Vittorio, all’Esquilino. E’ qui che sono venuti alla luce reperti di epoca romana, per i quali è già stata coinvolta la Soprintendenza e i lavori ora possono andare avanti. Lungo la via Appia, poi, i cantieri sono aperti per altri quattro pozzi di ventilazione. Bene, il primo, il pozzo “N”, all’altezza di via Fregene, ha fatto trovare delle antiche catacombe ma anche un vecchio percorso della Via Appia. Nessun problema per il pozzo “O”, fra Re di Roma e Ponte Lungo, ma già al “P”, a piazza Alberone, ecco un altro tipo di rallentamento: uno snodo importante delle gallerie di servizio, quelle dove si trovano cavi elettrici e telefonici, le cui mappe non sono sempre molto complete. In definitiva, nella tabella di marcia dell’assessorato alla Mobilità, risultà che per quanto riguarda i nuovi pozzi di ventilazione finora è stato realizzato solo il 2 per cento dei lavori. «Ma i tempi - assicurano - saranno rispettati, perchè comunque la collaborazione con la Sopritendenza ormai è stata impostata». Si va più celermente su altri fronti: la compartimentazione per la resistenza agli incendi, secondo i dati del Campidoglio, è già realizzata al 50 per cento, l’impermeabilizzazione (le infiltrazioni sono un problema reale della linea A) è fatta al 15 per cento, gli impianti elettrici al 25 per cento, i sistemi di sicurezza al 40 per cento, il consolidamento di Ponte Nenni al 70 per cento. «Il programma prevedeva di avere completato in media il 27 per cento del piano nel primo anno - assicurano in Campidoglio - Siamo nei tempi».
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