Riflettori puntati sui casali - Viaggio tra le vecchie masserie delle campagne di Trani e Bisceglie Luca De Ceglia 01 novembre 2005 La Gazzetta del Mezzogiorno
LIBRI. Nel volume di Luigi Palmiotti, storie, curiosità e foto su un patrimonio storico spesso dimenticato
Casali, ovvero antichi insediamenti dimenticati nell'agro tra Bisceglie e Trani. Monumenti che raccontano la vita dei secoli scorsi, ricchi di storia, ma spesso preda di atti vandalici e sottoposti ad un inesorabile declino che ha come «complice» la trascuratezza delle istituzioni. L'opportunità di accendere i riflettori e di tornare a parlare di quelle pietre e delle poche opere d'arte superstiti è ora data da un libro intitolato: «Andar per i casali di Trani e Bisceglie», che è stato curato da Luigi Palmiotti ed edito dal Crsec (Centro regionale servizi educativi e culturali) diretto da Luigia Ficarella. Il volume sarà presentato il 12 novembre nella chiesa di Santa Croce a Bisceglie. C'è dunque chi crede ancora nella valenza culturale e turistica dei casali, in un loro riscatto; anche se, per la verità, i danni finora inflitti a questo patrimonio storico sono stati notevoli ed irreparabili. A testimoniarlo sono alcune delle decine ed interessanti fotografie che corredano il libro e che vanno oltre la ricostruzione dei cenni storici delle strutture. Bene ha fatto lo studioso Palmiotti a riproporre l'itinerario di tali insediamenti con documenti che ricordano, per esempio, le mura del millenario casale di Pacciano così com'erano oltre un decennio fa. Infatti quella recinzione fu demolita nel 1993 da un camion, uscito fuori strada sulla via vecchia per Corato anche a causa della mancanza di segnaletica. Al suo posto ora c'è un muro in tufo ed una porta in ferro, che nascondono il grave degrado della chiesa di Ognissanti e dietro i quali si consuma lentamente la storia di uno dei casali più celebrati nei libri di storia dell'arte per la sua importanza architettonica. Nel libro si scorgono le foto degli scavi archeologici effettuati sempre a Pacciano nel 1990 dalla cooperativa Cast di Bari, i cui reperti rinvenuti (monete bizantine, fibule ecc.) non sono mai stati esposti nel museo civico. Emblematica è poi la «pellicola» che immortalò qualche anno fa il cartello affisso in alla chiesetta in contrada Santa Maria di Giano: «Avete rubato tutto, non c'è più niente da rubare !» Fu la reazione spontanea di un sacerdote al triste furto dello stemma settecentesco del vescovo Antonio Pacecco che era infisso sull'architrave e di cui, purtroppo, si sono perse le tracce per sempre. Ma di sistemi di allarme non se ne parla. Si teme persino di far vedere diffusamente al pubblico le preziose pitture del XIII secolo (tra le poche in Italia), rimaste miracolosamente intatte, perché in passato per presevarle alla distruzione furono coperte con la calce. A pochi metri c'è il tempio di Giano, anch'esso colpito dalla furia vandalica con la demolizione del colonnato che adornava il giardino. Nel libro si ricorda il casale di Zappino che (analogamente a quello di Giano) è venerato nel periodo post pasquale con lo svolgimento di una rituale processione per la Madonna apportatrice di pioggia in tempi di siccità. Culti di tempi remoti, vivi nella devozione popolare. A Trani scorre la storia di Torre Melazzo e del casale di San Pietro. A Bisceglie in contrada Sagina c'è un «pezzo» di storia del santi protettori, Mauro, Sergio e Pantaleone. Non ci sono più tracce invece di Primignano e di Cirignano a differenza di San Nicola, sottoposto recentemente a sequestro giudiziario perché interessato da opere abusive di trasformazione. Il cuore della storia batte ancora. Sta a questa generazione riuscire a tramandarli ai posteri. Luca De Ceglia
31/10/2005 Casali, ovvero antichi insediamenti dimenticati nell'agro tra Bisceglie e Trani. Monumenti che raccontano la vita dei secoli scorsi, ricchi di storia, ma spesso preda di atti vandalici e sottoposti ad un inesorabile declino che ha come «complice» la trascuratezza delle istituzioni. L'opportunità di accendere i riflettori e di tornare a parlare di quelle pietre e delle poche opere d'arte superstiti è ora data da un libro intitolato: «Andar per i casali di Trani e Bisceglie», che è stato curato da Luigi Palmiotti ed edito dal Crsec (Centro regionale servizi educativi e culturali) diretto da Luigia Ficarella. Il volume sarà presentato il 12 novembre nella chiesa di Santa Croce a Bisceglie. C'è dunque chi crede ancora nella valenza culturale e turistica dei casali, in un loro riscatto; anche se, per la verità, i danni finora inflitti a questo patrimonio storico sono stati notevoli ed irreparabili. A testimoniarlo sono alcune delle decine ed interessanti fotografie che corredano il libro e che vanno oltre la ricostruzione dei cenni storici delle strutture. Bene ha fatto lo studioso Palmiotti a riproporre l'itinerario di tali insediamenti con documenti che ricordano, per esempio, le mura del millenario casale di Pacciano così com'erano oltre un decennio fa. Infatti quella recinzione fu demolita nel 1993 da un camion, uscito fuori strada sulla via vecchia per Corato anche a causa della mancanza di segnaletica. Al suo posto ora c'è un muro in tufo ed una porta in ferro, che nascondono il grave degrado della chiesa di Ognissanti e dietro i quali si consuma lentamente la storia di uno dei casali più celebrati nei libri di storia dell'arte per la sua importanza architettonica. Nel libro si scorgono le foto degli scavi archeologici effettuati sempre a Pacciano nel 1990 dalla cooperativa Cast di Bari, i cui reperti rinvenuti (monete bizantine, fibule ecc.) non sono mai stati esposti nel museo civico. Emblematica è poi la «pellicola» che immortalò qualche anno fa il cartello affisso in alla chiesetta in contrada Santa Maria di Giano: «Avete rubato tutto, non c'è più niente da rubare !» Fu la reazione spontanea di un sacerdote al triste furto dello stemma settecentesco del vescovo Antonio Pacecco che era infisso sull'architrave e di cui, purtroppo, si sono perse le tracce per sempre. Ma di sistemi di allarme non se ne parla. Si teme persino di far vedere diffusamente al pubblico le preziose pitture del XIII secolo (tra le poche in Italia), rimaste miracolosamente intatte, perché in passato per presevarle alla distruzione furono coperte con la calce. A pochi metri c'è il tempio di Giano, anch'esso colpito dalla furia vandalica con la demolizione del colonnato che adornava il giardino. Nel libro si ricorda il casale di Zappino che (analogamente a quello di Giano) è venerato nel periodo post pasquale con lo svolgimento di una rituale processione per la Madonna apportatrice di pioggia in tempi di siccità. Culti di tempi remoti, vivi nella devozione popolare. A Trani scorre la storia di Torre Melazzo e del casale di San Pietro. A Bisceglie in contrada Sagina c'è un «pezzo» di storia del santi protettori, Mauro, Sergio e Pantaleone. Non ci sono più tracce invece di Primignano e di Cirignano a differenza di San Nicola, sottoposto recentemente a sequestro giudiziario perché interessato da opere abusive di trasformazione. Il cuore della storia batte ancora. Sta a questa generazione riuscire a tramandarli ai posteri.
|