Scala, Berlusconi vuole un dossier Pierluigi Panza Corriere della Sera 29/10/2005
MILANO — Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha chiesto al ministro per i Beni Culturali Rocco Buttiglione un «dossier» sui dipendenti della Scala. La richiesta è avvenuta ieri nel corso di un Consiglio dei ministri durante il quale Buttiglione ha sottolineato di non condividere i tagli della finanziaria al Fus ma di essere pronto ad avviare una razionalizza-zione del settore. A questo punto il premier, che aveva parlato di «mille lavoratori alla Scala dove ne basterebbero 400» ha chiesto di ricevere una documentazione adeguata sulla Scala per valutare se effettivamente, diminuendo i tagli al Fus e razionalizzando, si possono ottenere risultati che salvino la lirica. «Non commento indiscrezioni — ha dichiarato Buttiglione — ma si tratta di una documentazione che preparerò e che servirà a chiarire la necessità di un'opera di razionalizzazione» (blocco assunzioni, contenimento integrativi, scambi tra teatri) e non di tagli. Le reazioni a caldo dei sindacati sono state taglienti: «Non abbiamo niente da nascondere — afferma Nicola Cimmino, Cgil—, ma un ballerino della Scala dovrà pur guadagnare di più di una velina!». «E' un tentativo rozzo di giustificare politicamente i tagli», afferma il segretario della Slc-Cgil Bruno Cerri. Mentre Domenico Dentoni (Uil) ricorda che «attualmente il numero dei lavoratori della Scala è sotto organico rispetto al tetto di 800 fissato per legge». Quanto all'assemblea di ieri pomeriggio alla Scala, i 500 lavoratori presenti hanno deciso di leggere un comunicato alla prima del «Pelléas et Mélisande» per sensibilizzare l'opinione pubblica sul valore di «coesione sociale e di opportunità di lavoro» della cultura, valore che i tagli metterebbero a rischio. Mercoledì è stato fissato un incontro con i sindacati degli altri enti e per il 12 e 25 novembre si stanno varando iniziative di sensibilizzazione. Ultimo aspetto, il rinnovo del Cda della Scala. In assemblea i lavoratori hanno chiesto che sia «aperto e pluralista». Ieri è arrivata la risposta del sindaco alla richiesta della Provincia di nominare un membro nel Cda. «Secondo l'attuale Statuto, la richiesta non può essere accolta, perché, al momento, non è socio permanente e negli ultimi quattro anni non ha versato il contributo minimo di 516mila euro» (ne ha messi 103). «Nell'Assemblea del 2 novembre, verranno comunque esaminate modifiche allo Statuto». Ieri mattina, alla presentazione della stagione della Filarmonica, il presidente del Conservatorio, Francesco Micheli, ha suggerito di valutare l'opportunità di una modifica di statuto che porti da 7 a 9 i membri del Cda. Soluzione che non vede contrari i sindacati. Per il sovrintendente Stéphane Lissner, «nonostante le polemiche esterne, l'atmosfera all'interno del Piermarini va di meglio».
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