Il nuovo fronte del premier: tagliare i lavoratori della Scala l.v. l'Unità 29/10/2005
■ Questa faccenda dei dipendenti della Scala proprio non va giù a Silvio Berlusconi. Dopo aver scatenato l'ira di tutto il mondo lirico con i suoi improvvidi quanto inesatti consigli, il premier (secondo il quale la metà dei dipendenti è del tutto inutile al funzionamento del teatro) ha investito della questione Rocco Buttiglione in persona. Al ministro della cultura è stato infatti chiesto di presentare un dossier completo sul personale scaligero, indicante i numeri degli addetti e degli artisti, l'ammontare dei loro stipendi e dei loro futuri trattamenti pensionistici, i costi degli spettacoli, gli introiti. Insomma, tutto quanto possa servire a pianificare un'oculato taglio ai fondi per la Scala, considerata un pericoloso covo di sperperi ed inefficienze. La richiesta è stata avanzata da Berlusconi nel corso della riunione del Consiglio dei ministri di ieri, a pochi giorni dalle polemiche e dalle diffuse proteste scatenate dai tagli della legge finanziaria al Fus, il Fondo unico dello spettacolo. Tagli che lo sfortunato ministro dell'Udc (stretto tra l'aut-aut lanciato dal suo partito sulle risorse per le famiglie e quelli lanciati dal mondo della cultura a rischio estinzione) ha detto di non condividere «almeno nell'entità prevista dal documento economico», poiché colpiscono un settore nel quale il governo è già ampiamente intervenuto per racimolare risorse. Insomma, tagliare un po' va bene ma senza esagerare, tanto che lo stesso Buttiglione si era affrettato a precisare subito dopo la presentazione dello schema di finanziaria: «Non sarò certo io il ministro che chiuderà la Scala». Così, di fronte alla pretesa del dossier e pur dichiarandosi d'accordo sulla necessità di razio-nalizzare gli enti lirici «anche se non tutte le realtà sono paragonabili tra loro», il ministro ha dovuto obiettare (in accordo con il sottosegretario Gianni Letta) che con i tagli proposti nessuna razionalizzazione è possibile. Per la prossima stagione della Scala «ci aspettiamo che Berlusconi faccia anche la programmazione» sostiene Vittoria Franco, responsabile cultura dei Ds. «Mi sembra gravissimo - dice la senatrice diessina - che il premier pensi di interferire in una istituzione che ha una sua autonomia, una fondazione di diritto privato con un suo cda». |