SICILIA: Uffici regionali triplicati per creare nuovi direttori ALBERTO BONANNO 21/10/2005, La Repubblica, Palermo
Fino a cinque anni fa i «gruppi di lavoro» della Regione erano 600, compresi gli uffici periferici. Adesso, dopo l'entrata in vigore della legge 10 del 2000, gruppi e uffici sono diventati ben 1.518, tra dipartimenti, aree, servizi, unità operative, uffici semplici, uffici di staff, uffici speciali. Ognuno dei quali ha a capo uno o più dirigenti. In cinque anni sono aumentati del 153 per cento. Secondo la Cgil, che ha tenuto conto delle variazioni più recenti, l'aumento è stato del 165 per cento, e la spesa per la burocrazia è cresciuta del 13 per cento rispetto a cinque anni fa. I dati sono nei libri bianchi che la Cgil Funzione pubblica ha elaborato e sta elaborando per ognuno dei dodici assessorati della Regione. «La legge 10 del 2000 presupponeva un modello di Regione più snello, più trasparente, più efficiente ed economico», denunciano i responsabili della Cgil Funzione pubblica, il segretario generale Teodoro Lamoni-ca e il coordinatore della Regione, Enzo Abbinanti. Con loro i vertici della Fp Cgil di Palermo, Michele Palazzotto e Salvo Lipari. «Oggi — aggiungono — ci troviamo di fronte a un apparato burocratico appesantito e lento a rispondere alle esigenze di innovazione che la Sicilia richiede». Le sorprese nella burocrazia regionale non mancano. Secondo la Cgil, per esempio, nel dipartimento Beni culturali ci sono 15 aree, 73 servizi e248 unità operative. Nella piramide, ci sono 26 servizi con una sola unità operativa, cioè dotati di un solo ufficio. Quattro servizi non hanno neanche quello. Ciò nonostante, il governo Cuffaro nel 2005 ha dato il via libera ad altri tre servizi del dipartimento: quello del Museo di arte moderna e contemporanea di Palazzo Riso, quello dedicato ai Rapporti con le istituzioni comunitarie, e il servizio Beni architettonici, che sdoppierà le strutture dirigenziali nelle nove Soprintendenze siciliane. Nella classifica della burocrazia, l'assessorato Beni culturali e pubblica istruzione occupa il secondo posto: ci sono 2 dipartimenti, 97 tra aree e servizi, 266 unità operative, 3 uffici semplici, 3 uffici speciali. I dirigenti sono 481, i dipendenti 3 mila 400. Quelle che proliferano sono le cosiddette «strutture intermedie», le stesse che le altre Regioni e le amministrazioni pubbliche cercano di sfoltire il più possibile. Il record delle unità operative, gli uffici di base, va all'assessorato Agricoltura e Foreste, che vince il primato di mastodonte burocratico di tutta la Regione: 4 dipartimenti, 70 tra aree e servizi, 5 uffici semplici, 5 uffici di staff, 2 uffici speciali. Le unità operative sono 287. I dirigenti sono 638, più 4 mila e 54 dipendenti. Gli uffici speciali, vale la pena sottolinearlo, sono quelli istituiti dal governo «con carattere di temporaneità», e si occupano delle materie più svariate: dalla «Cooperazione decentrata allo sviluppo e la solidarietà internazionale», alle «Relazioni euro mediterranee e l'insularità», alle «Politiche di concorrenza e prossimità». In tutto sono 14, e i loro dirigenti responsabili sono stati equiparati ai 34 dirigenti generali, con indennità che raggiungono i 200 mila euro annui. Secondo il sindacato, l'istituzione di nuovi servizi per dare spazio a nuovi dirigenti si supera con la tecnica dello sdoppiamento. Così, secondo la Cgil, è andata anche al dipartimento Lavoro, dove «anziché accorpare strutture per costituire le Direzioni provinciali del lavoro — dicono Lamonica e Abbinanti — sono stati sdoppiati gli lspettorati e gli Uffici del lavoro regionali con sedi a Palermo e a Catania, con la scusa di meglio coordinare le attività delle strutture periferiche». Ieri la Cgil ha anche presentato il libro bianco sull'assessorato Territorio e ambiente. Le vicende del Territorio sono già note: trasferimenti e rimozioni legate alla complessa vicenda della distilleria Bertolino, culminati in un volantino intimidatorio nei confronti dei tre dirigenti Genchi, Sansone e Anzà. Rimozioni e trasferimenti punitivi da un lato, promozioni e carriere facili dall'altro. Senza che il sindacato venga coinvolto. E le denunce per comportamento antisindacale fioccano. «Quello che serve negli uffici regionali è un nuovo scatto di tensione civile —dice Michele Palazzotto— come accadde all'indomani degli omicidi Basile e Bonsignore. Funzionari regionali uccisi perché integerrimi. Il sindacato sta inviando gli esposti alla magistratura, ma chiediamo che anche l'Ars faccia la sua parte, e istituisca una commissione parlamentare d'indagine». Cosa che magari accadrà, ma certo dopo la prossima campagna elettorale.
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