Rivoli, gli affreschi ritrovati II museo restaurato si arricchisce di quattro sale MARINA PAGLIERI MARTEDÌ 25 OTTOBRE 2005 LA REPUBBLICA '
CON il recupero degli appartamenti del secondo piano sono terminati i restauri degli spazi aulici del Castello di Rivoli. Da oggi si possono di nuovo ammirare gli affreschi eie decorazioni di sale dai nomi affascinanti, chiuse al pubblico negli ultimi tempi per permettere lo svolgimento dei lavori. Sono la Sala di Amedeo Vili o dell'Incoronazione, la Sala del finto legno, la Sala da bagno o del velo e la Sala dei falconieri, detta anche "Gabinetto a fiori, animali e putti". I lavori sono stati presentati ieri sera dal presidente della Fondazione Crt Andrea Comba tra la soddisfazione di Ida Gianelli e Cesare Annibaldi, rispettivamente direttrice e presidente del museo di Rivoli. Come i precedenti interventi nelle parti storiche, anche questi ultimi, coordinati da Antonio Rava e diretti da Claudio Bertolotto della Soprintendenza, sono stati finanziati dalla ondazioneCrt con un milione e mezzo di euro. Contributi che vanno ad aggiungersi a quelli investiti dalla fondazione nell'acquisto di opere da destinare in deposito permanente al Museo di arte contemporanea. Il Castello di Rivoli, primo elemento della Corona di delizie voluto dai Savoia e affidato a Filippo Iuvarra, non venne mai completato. Prima della destinazione, nel 1984, a Museo di arte contemporanea, fu per lungo tempo abbandonato. A causa del grave degrado delle coperture, la maggior parte dei dipinti murali fu danneggiata dalle infiltrazioni d'acqua, così come le parti lignee, che subirono atti di vandalismo. Ora sono stati consolidati gli intonaci e le parti in legno, puliti i depositi salini sulle superfici e fissate porzioni di volte dipinte. Il restauro ha restituito coesione agli affreschi e permesso di realizzare le successive fasi di pulitura e stuccatura. Le parti mancanti dei dipinti sono state reintegrate ad acquerello solo sulle zone a stucco, mentre si è preferito non integrare le grandi lacune degli affreschi. «Questi restauri sono iniziati nell'84, in occasione della mostra inaugurale del Castello, e da allora si è sempre proseguito — dice Antonio Rava—. Si è così potuto ritornare dopo anni su interventi che erano stati in un primo tempo solo di tipo conservativo». Il percorso di visita al secondo piano può partire, tra pitture e stucchi antichi e opere contemporanee, dalla Sala di Amedeo Vili, che ospitala decorazione ad affresco più antica di tutto l'edificio, realizzata tra il 1623 eil 1628dai pittori luganesi Isidoro, Francesco e Pompeo Bianchi e ispirata agli avvenimenti della vita di Amedeo Vili. Si prosegue nella Sala del finto legno, già restaurata in precedenza, interamente ricoperta da una decorazione a tempera che simula un intarsio di legni pregiati: il dipinto è opera di Pietro e Giovanni Torricelli in collaborazione con Pietro Palmieri, autore dei dipinti inseriti nelle sovrapporte ottagonali. La delicata Sala da bagno presenta decori a tempera nelle finte volte che rappresentano un velo bianco a festoni sorretto da nastri dorati: sono state tra l'altro ripristinate le cornici danneggiate e ripulite le decorazioni neoclassiche e le pitture del fregio e della volta. Nella Sala dei falconieri infine, decorata nel 1793-94 a opera di Angelo Vacca, sono state riportate in luce le pitture originali: anche la piccola cappella limitrofa, con dipinti dell'epoca di Iuvarra nella volta, è stata restaurata e riaperta al pubblico (il Castello è aperto da martedì a giovedì 10-17, da venerdì a domenica 10-21, info 011/9565222, www.castellodirivoli.org).
|