PAROLA D'ARCHITETTO: La casa editrice Caracol presenta i suoi volumi dedicati alla Sicilia delle dimore feudali e delle chiese PAOLA NICITA 25/10/2005 La Repubblica, Palermo
UNA casa editrice che ha un anno di vita, fondata da tre sode trentenni con la passione per l'architettura e l'arte. È questo il biglietto da visita con cui si presenta la casa editrice Caracol, che ha già pubblicato una serie di volumi dedicati ad alcuni temi, siciliani e non solo. Per conoscere pubblicazioni e propositi della casa editrice, l'appuntamento è alle 19 all'Agricantus, in via XX settembre 82, dove la società Letteralmente ha organizzato un incontro con un gruppo di architetti legati al progetto editoriale: Paola Barbera, Aldo Casamento, Maria Sofia Di Fede, Emanuela Garo-falo, Giuseppina Leone, Marco Rosario Nobi le e Stefano Piazza. E a passo di lumaca, come del resto suggerisce il nome scelto — caracol è lumaca in spagnolo— la casa editrice sta muovendo piano piano passi importanti. Le tre sode, Florinda Ciaramitaro, Monica Craparo e Stefania Guastella si sono conosciute alla facoltà di Architettura di Palermo e hanno poi proseguito insieme un cammino di amicizia, studio e interessi comuni. Raccontano: «II nostro proposito è di coinvolgere tutti gli ambienti culturali, sia quelli specificamente legati al mondo dell'architettura e dell'arte, sia quelli formati da un pubblico più eterogeneo, non di specialisti ma di appassionati e curiosi». L'attenzione finora, è stata ripartita in tal senso: tra i titoli pubblicati nella collana "Frammenti di storia e architettura", infatti, ci sono "Dimore feudali in Sicilia tra Seicento e Settecento" di Stefano Piazza, "Barcellona Pozzo di Gotto, 1900-1930, Architettura e città" di Mimmarosa Barresi e Aldo Casamento, "Agrigento nell'età moderna: identità urbana e culto dell'antico" di Maria Sofia Di Fede, "Disegni di architettura nelle diocesi di Siracusa" di Marco Rosario Nobile, dedicato all'architettura della Sicilia orientale. «Vogliamo dare spazio—proseguono le tre socie — ad un'idea di Sicilia differente, lontana dai soliti cliché folcloristici. Fornire informazioni e curiosità sui monumenti più noti e su quelli che finora sono rimasti, per vari motivi, nell'ombra». Tra i progetti in cantiere per la Caracol, una collana dedicata agli itine-rari siciliani di architettura e guide su singoli monumenti: è in preparazione quella per il duomo di San Giorgio di Modica, cui seguiranno la Zisa e il castello Ursino. Ma non solo: guide a tema saranno dedicate a parchi archeologici e palazzi storici. Un'altra particolarità è che il gruppo di architetti segue personalmente tutto il "prodotto", dalla scelta dei testi da pubblicare fino al progetto grafico, per non trascurare nulla. Architettura tinta di rosa, dunque, efficiente e con le idee chiare. Itinerari siciliani, ma non solo. Uno dei titoli che ha riscosso molto interesse è "Palladio e la Sicilia", firmato da Emanuela Garofalo e Giuseppina Leone, che ha fatto scoprire aspetti inediti del grande architetto certamente più noto per le ville sul lago di Como che per i suoi rapporti con l'Isola. «Dopo questa pubblicazione — raccontano Ciaramitaro, Craparo e Guastalla — abbiamo ricevuto richieste per i nostri volumi da Firenze e Roma, dove speriamo di riuscire ad avere presto un distributore». Entro la fine dell'anno saranno pronti altri due progetti: il primo numero della rivista semestrale "Lexicon— Storia e architettura in Sicilia", che sarà diretta da Marco Rosario Nobile e si occuperà in particolare di temi specifici di storia dell'architettura del bacino del Mediterraneo, e che vedrà la collaborazione di studiosi e architetti provenienti dalla Spagna al Nordafrica. L'altro progetto guarda in direzione del tempo presente: una collana dedicata alle opere architettoniche realizzate negli ultimi cinquanta anni in Sicilia, che sicuramente non mancherà di accendere il dibattito intorno a temi "caldi". «Vogliamo aprire il dibattito sul contemporaneo — sottolineano le socie — perché crediamo che ci sia molto da dire, specie in Sicilia e in questo particolare momento». Forse perché è tutto sommato ancora difficile far capire che quando si parla di architettura contemporanea si parla di ambiti vivibili e qualità della vita, in una prospettiva amplissima che va dagli ecomostri fino al progetto di città ideale. «Senza contare — concludono le giovani architette — che molti dei concorsi realizzati qui in Sicilia danno vita a dei progetti. Che in verità rimangono incompiuti o vivono solo sulla carta, e in realtà non vengono mai realizzati. Anche di questo vorremmo poter discutere».
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